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Vendono 18mila litri di olio d’oliva falso Made in Italy: la truffa dei gestori di un agriturismo in Liguria

Una coppia di Albenga è accusata di aver commercializzato olio extravergine d’oliva con etichette ingannevoli, spacciandolo per olio taggiasco IGP, nonostante il prodotto non rispettasse i requisiti della denominazione geografica protetta.
A cura di Davide Falcioni
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Una maxi truffa sull'olio d'oliva è stata smascherata dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Savona nell'ambito di un'indagine volta al contrasto dei fenomeni fraudolenti che colpiscono la filiera agroalimentare, soprattutto nei casi di falsa indicazione geografica o ingannevole denominazione dei prodotti di origine.

Nei guai è finita un’azienda agrituristica di Albenga, gestita da una coppia, accusata di aver commercializzato olio extravergine d’oliva con etichette ingannevoli, spacciandolo per olio taggiasco IGP, nonostante il prodotto non rispettasse i requisiti della denominazione geografica protetta. Le indagini, svolte dalla Compagnia di Albenga, hanno permesso di appurare come, nello specifico, l'impresa avesse acquistato ingenti partite di olio di oliva comunitario, quantificate in circa 18mila litri; il prodotto acquistato, è stato venduto imbottigliato ed etichettato con simboli e riferimenti al Made in Italy, nonché all'indicazione geografica protetta (IGP) riferibile all'olio taggiasco.

La coppia è stata segnalata all'Autorità Giudiziaria che, condividendo il quadro investigativo fornito dalle Fiamme Gialle, li ha rinviato a giudizio; i due presunti autori della frode dovranno essere giudicati avanti al Tribunale di Savona per la violazione delle fattispecie di cui all'art. 515 (frode nell'esercizio del commercio). In seguito, inoltre, al fine di garantire la necessaria trasversalità all'azione del Corpo, è stata avviata, sul piano tributario, una verifica fiscale nei confronti dell'agriturismo che ha permesso di appurare come la ditta aveva ceduto “in nero” olio d ‘oliva per circa 230mila euro, che sono stati, quindi, recuperati a tassazione. È stata, altresì, contestata un'imposta regionale sulle attività produttive evase per oltre 500mila euro, nonché la presenza di un lavoratore irregolare.

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