Savina Caylyn: i familiari dei marittimi sequestrati dai pirati presidiano la sede della società di navigazione
La situazione della Savina Caylyn è estrema, così come la decisione dei familiari dei 5 italiani a bordo della nave di proprietà della società Fratelli D'amato. Una delegazione di questi ha, infatti, deciso di presidiare in maniera permanente la sede della della compagnia di navigazione. Lo ha fatto sapere Adriano Bon, padre di Eugenio, il primo ufficiale di coperta triestino da quasi 8 mesi ostaggio dei pirati somali.
Una decisione estrema, come i giorni che stanno vivendo quei 22 uomini a bordo della Savina Caylyn. Proprio due giorni fa i pirati hanno ordinato all'equipaggio di riferire che se tra sette giorni la trattativa risultasse ancora bloccata, a bordo della Savina Caylyn non ci sarebbe più posto per l'attesa, tantomeno per la speranza. I pirati hanno confermato che cominceranno le torture sistematiche all'equipaggio, verso un'unica strada: la morte degli ostaggi. Ventidue onesti lavoratori potrebbero perdere la vita da un momento all'altro per mano di questi delinquenti: un epilogo di questo tipo non potrebbe essere tollerato, non dovrebbe neanche immaginarsi, in realtà, specialmente in un paese civile. Dal momento che lo Stato ha fatto sapere che non intende pagare alcun riscatto, la soluzione della questione è nelle mani della società di navigazione.
I familiari, in merito a ciò, hanno fatto sapere di non volere che "si mostrasse al mondo che l'Italia istituzionale e quella privata hanno decretato una virtuale condanna a morte". Proprio in queste ore, intanto, l'Italia istituzionale ha confermato il suo interesse per la vicenda. I deputati del PD Franceschini, Bossa, Orlando e Pes, secondo quanto riporta il blog Procidablogolandia, hanno depositato a Montecitorio un'interpellanza urgente rivolta al Ministero degli Affari Esteri Frattini per conoscere qual è, allo stato attuale, l'impegno del Governo e quali sono stati, finora, i canali diplomatici attivati.
Ad ogni modo, più che una risposta è necessaria un'azione in tempi brevi, o meglio brevissimi. Un'azione che sia tale e che sia in grado di riportare una volta e per tutte lontano dall'inferno della Savina Caylyn quei 22 uomini. Per quest'equipaggio, che ha fatto del mare il suo pane, è oramai tempo di vedere la terra. Quella di casa.