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Save The Children: “In Italia da inizio 2024 ci sono state 1150 potenziali vittime di tratta, 62 sono minori”

I numeri del dossier “Piccoli Schiavi Invisibili”di Save The Children, pubblicato in vista della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che ricorre il 30 luglio: “In Italia dal primo gennaio al 31 maggio 2024 il Numero Verde Nazionale in Aiuto alle Vittime di Tratta e/o Grave Sfruttamento ha svolto 1150 nuove valutazioni con potenziali vittime di tratta. 62 sono minori”.
A cura di Ida Artiaco
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In Italia dal primo gennaio al 31 maggio 2024 il Numero Verde Nazionale in Aiuto alle Vittime di Tratta e/o Grave Sfruttamento ha svolto 1150 nuove valutazioni con potenziali vittime di tratta. I minorenni valutati nello stesso periodo di riferimento sono stati 62, il 5,4% del totale, di cui il 62,7% di genere maschile e il 37,3% femminile. Sono questi alcuni dei dati raccolti nel dossier realizzato da Save The Children, l'Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, intitolato "Piccoli Schiavi Invisibili" e pubblicato in vista della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che ricorre il 30 luglio.

Il fenomeno è tutt'altro che superato, non risparmiando neanche l'Europa e l'Italia: secondo il dossier, le stime rilevano che nel mondo sono quasi 50 milioni le persone vittime di varie forme di schiavitù moderna, di cui oltre 12 milioni i minorenni, soprattutto nelle forme di lavoro forzato – che comprende quelle ai fini di sfruttamento sessuale, lavorativo e attività illecite – e matrimoni forzati, con un trend in crescita.

Nel quinquennio 2017-2021 in Europa sono state circa 29mila le vittime di tratta registrate nel database del Counter Trafficking Data Collaborative. Nel nostro continente, in poco più di un caso su due, la tratta avviene per sfruttamento lavorativo (53% delle vittime) e nel 43% dei casi per sfruttamento sessuale, mentre il restante 4% riguarda altre forme di sfruttamento (come accattonaggio o attività illecite). Nella maggior parte dei casi, le vittime di tratta sono persone adulte (84%). Tra i più piccoli, fino agli 11 anni di età, le vittime sono quasi in egual misura sia bambini che bambine, mentre in tutte le altre fasce d’età la prevalenza di sesso femminile è netta (con un picco del 77% di ragazze nella fascia d’età fra i 15 e i 17 anni). I bambini e le bambine vittime della tratta sono maggiormente soggetti a forme di abuso psicologico, fisico e sessuale rispetto alle vittime adulte. In particolare, il 69% dei minori subisce una forma di controllo psicologico, il 52% è minacciato e ingannato attraverso false promesse, mentre un 46% è soggetto a controllo fisico.

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Nel nostro Paese i minorenni valutati in questi primi cinque mesi del 2024 sono stati 62, il 5,4% del totale, di cui il 62,7% di genere maschile e il 37,3% femminile. L’81,3% dei minori valutati è nella fascia 16-18 anni. I Paesi di origine prevalenti sono Tunisia (19,4%), Bangladesh e Pakistan (11,3%), Costa d’Avorio (12,9%), Nigeria (9,7%), Egitto (8,1%), Sierra Leone e Guinea (6,5%), Gambia (4,8%).  Nello stesso periodo, i servizi anti-tratta hanno preso in carico 320 vittime, di cui il 55,3% femmine, il 40,3% maschi e il 4,4% persone transgender. Gli ambiti di sfruttamento sono quello lavorativo per il 33,1% dei casi, sessuale per il 25% e i matrimoni forzati per il 3,4%. I minorenni presi in carico sono 14, di questi 9 i ragazzi e 5 le ragazze; 25 inoltre stanno ancora attraversando una fase di valutazione del caso.

"Non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fenomeno della tratta e dello sfruttamento minorile, un dramma diffuso nel mondo, ma presente anche nel nostro Paese – ha dichiarato Raffaela
Milano, Direttrice ricerca e formazione di Save the Children -. Parliamo di bambini, bambine e adolescenti traditi dal mondo degli adulti che ha abusato della loro fiducia e calpestato i loro sogni.
Questo Dossier è dedicato alle storie dei minori vittime di tratta e sfruttamento accolti nel circuito di protezione italiano. Sono solo una minima parte – la “punta dell’Iceberg” – di un fenomeno sommerso, ampio e diffuso. Siamo convinti che l’ascolto delle loro storie – il punto di vista delle vittime – possa aiutarci a conoscere meglio questa terribile piaga per rafforzare le reti di prevenzione e contrasto. Solo un anno fa, il rapporto “Piccoli Schiavi invisibili” squarciava il velo sulla condizione dei figli e delle figlie dei braccianti che lavorano nei terreni agricoli di Ragusa e Latina, mettendo in luce una condizione di sfruttamento portata oggi alle cronache a seguito della morte di Satnam Singh. È necessario che alla commozione e allo sdegno per questo e per altri drammi faccia seguito una azione continuativa e capillare di contrasto al traffico e allo sfruttamento degli esseri umani, nonché un impegno deciso a sostegno delle giovani vittime accolte nel sistema di protezione affinché, dopo aver vissuto una delle esperienze più devastanti che un ragazzo o una ragazza possono trovarsi ad affrontare, siano accompagnate nella costruzione di un futuro diverso e libero".

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