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Save The Children: “In Italia 1,2 bambini vivono in condizioni di povertà assoluta”

L’organizzazione non governativa denuncia come in Italia 1,2 milioni di minori vivano in condizioni di povertà assoluta e come vi sia un enorme divario educativo tra quartieri poveri e ricchi delle città.
A cura di Davide Falcioni
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1,2 milioni di bambini e adolescenti vivono in Italia in condizioni di povertà assoluta: a rivelarlo è l'ultimo dossier di Save The Children, spiegando che a influenzare sul futuro dei più giovano non sono però solo le condizioni economiche delle famiglie ma anche i contesti in cui i ragazzi vivono. Secondo l'Ong, "la segregazione educativa allarga sempre di più la forbice delle disuguaglianze, soprattutto nelle grandi città. Pochi chilometri di distanza, tra una zona e l'altra, possono significare riscatto sociale o impossibilità di uscire dal circolo vizioso della povertà", nota ancora l'organizzazione non governativa.

All'interno di una stessa città, l'acquisizione delle competenze scolastiche da parte dei minori segna un divario sconcertante. A Napoli, ad esempio, i ragazzi senza diploma di scuola secondaria sono il 2% al Vomero, ma ben il 20%a Scampia. Proporzione simile a Palermo, con il 2,3% a Malaspina e il 23% a Palazzo Reale. A Roma, nei quartieri benestanti a nord della città, i laureati (più del 42%) sono quattro volte quelli delle periferie esterne o prossime al Gra nelle aree orientali della città (meno del 10%). Ancora più netta la forbice a Milano, dove a Pagano e Magenta-San Vittore (51,2%) i laureati sono 7 volte quelli di Quarto Oggiaro (7,6%).

Anche dai test Invalsi emerge un importante divario educativo. A Napoli, per esempio, una distanza siderale di 25 punti Invalsi divide i bambini dei quartieri più svantaggiati da quelli che abitano a Posillipo, a Palermo sono 21 quelli tra Pallavicino e Libertà, a Roma 17 tra Casal de' Pazzi e Medaglie d'Oro e a Milano 15 punti dividono Quarto Oggiaro da Magenta-San Vittore. "È assurdo che due bambini che vivono a un solo isolato di distanza – commenta Valerio Neri, direttore generale di Save the Children – possano trovarsi a crescere in due universi paralleli. Rimettere i bambini al centro significa andare a vedere realmente dove e come vivono e investire sulla ricchezza dei territori e sulle loro diversità, combattere gli squilibri sociali e le diseguaglianze, valorizzare le tante realtà positive che ogni giorno si impegnano per creare opportunità educative che suppliscono alla mancanza di servizi". –

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