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Satanismo tra sesso e religione: chi sono i buoni e i cattivi dell’esercito di Lucifero

Il satanismo affascina sempre più italiani. Tra gli adepti delle tante sette degli adoratori del Demonio ci sono casalinghe, studenti e professionisti. Un mondo misterioso, occulto dove accanto a chi desidera l’appagamento di devianze sessuali, c’è chi considera “la chiamata del Demonio” qualcosa di naturale.
A cura di Mirko Bellis
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In tutta Italia cresce l’esercito degli adoratori di Satana. Le sette sataniche sono tante e in continuo aumento, così come il loro numero di adepti, in molti casi giovanissimi. Un mondo sommerso e variegato, dove ogni setta si rifà alle diverse concezioni del satanismo. Non c'è un numero predefinito di seguaci; si va da poche decine di persone fino ad arrivare a qualche migliaio. Il reclutamento avviene ovunque: per strada, nei bar o all'interno dei centri commerciali, nei negozi di materiale “gotico” o nelle riunioni degli esoteristi. E anche sul web, dove esistono innumerevoli siti dedicati al culto di Satana.

Il coinvolgimento dei nuovi adepti inizia di solito attraverso un processo d’iniziazione, facendo leva sugli aspetti attraenti e seducenti del mondo dell’occulto. Al nuovo arrivato viene poi proposto anche un "rito di purificazione" che può sfociare in atti sessuali. I seguaci del diavolo si riuniscono in luoghi isolati, preferibilmente in casolari abbandonati quali vecchie cascine, chiese sconsacrate o in boscaglie fitte e impenetrabili. Ma sono frequenti anche gli incontri in discrete abitazioni private dove i satanisti realizzano riti magici o vere e proprie messe nere. Secondo Fabrizio Artale del Gris (Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa) di Palermo, le motivazioni che spingono un individuo ad aderire ad una setta satanica sono molteplici: alcuni sono attratti dal desiderio morboso di acquisire dei poteri particolari, per altri invece c’è la volontà di contestare la società in modo eccentrico e trasgressivo. Per altri ancora è il fascino del proibito o, più spesso, l’appagamento di devianze sessuali. I satanisti, dal canto loro, sostengono che la chiamata del Demonio sarebbe qualcosa di naturale, “non si diventa satanisti, si nasce”.

Le prime manifestazioni di satanismo documentate fanno risalire il culto al demonio al ‘700 in Francia. Nella corte del re Sole, Luigi XIV, intorno alla figura di Catherine La Voisin, si riunisce tutto il sottobosco di cartomanti e veggenti fiorente nella Parigi dell’epoca. La Voisin avrebbe organizzato per le dame di corte le prime “Messe nere” nelle quali il Diavolo sarebbe stato adorato per ottenere favori o vantaggi materiali. Da allora, il satanismo si diffonde nel resto d’Europa attraverso vari circoli che, con il passare del tempo, diventano sempre più strutturati. E’ così che si arriva alla Chiesa di Satana, fondata nel 1966 negli Stati Uniti da Anton Szandor LaVey, considerato il “Papa nero” e autore della Bibbia di Satana. Per molti versi, il pensiero di questo guru del diavolo ha influenzato poi tutte le varie sette sataniche nate successivamente.

Il satanismo acido: sesso e droga

Il satanismo comunque è un mondo misterioso, occulto. Le ricerche del Centro Studi sulle Nuove Religioni (Cesnur), hanno gettato un po’ di luce sul fenomeno e così vediamo che esiste un satanismo occultista che accetta la visione del mondo descritta dalla Bibbia e considera i demoni come gli angeli ribelli; un satanismo razionalista con una concezione anticristiana, edonista ed immorale per il quale Satana è il simbolo del male. Vi è poi il satanismo acido, dove il culto del diavolo è semplicemente un pretesto per esprimere e perseguire delle finalità collegate all'uso di sostanze stupefacenti e agli abusi psicologici e sessuali. E infine il luciferismo, in cui la figura dell’angelo caduto viene venerata come principio del “bene”, della conoscenza.

Chi sono i satanisti italiani?

È difficile tracciarne un profilo netto. Al di là delle piccole e discrete cerchie riunite nelle innumerevoli sette presenti nel nostro Paese, c’è anche chi non si nasconde: sono i membri dell’Usi (Unione satanisti italiani). Fondata nel 2010 da Jennifer Crepuscolo, una ragazza ventenne di Chiavari, l’Usi ben presto è diventata il punto di punto di ritrovo e di confronto per i satanisti nostrani. Hanno una pagina Facebook – con oltre 6000 like – e un canale Youtube dove si presentano “senza maschera”, come loro stessi ammettono. Sono studenti, casalinghe, madri di famiglia e professionisti. Come Riccardo, un informatico di 28 anni, che ha avuto una “folgorazione” e si è avvicinato al satanismo.  Quasi tutti, dopo essersi allontanati dalla religione cattolica, sono diventati adoratori del diavolo. Per questo gruppo, Satana non è il male: “Essere satanisti non significa odiare Dio, significa solo amare Satana”, afferma Jennifer nel video di presentazione dell’Usi. Ma non sempre i satanisti hanno il volto un po’ dark e in fondo quasi bonario di Jennifer Crepuscolo e degli adepti dell’Usi.

Le bestie di Satana

In altri casi i seguaci delle sette sataniche italiane si sono macchiati di orribili omicidi come le Bestie di Satana, responsabili di vari omicidi compiuti nella provincia di Varese sul finire del secolo scorso. Oppure l’assassinio il sei giugno 2000 di suor Maria Laura Mainetti uccisa da tre ragazze a Chiavenna, in provincia di Sondrio. Ambra Gianasso, con le amiche Veronica Pietrobelli e Milena De Giambattista, confessarono di aver iniziato a praticare riti satanici, compreso un patto di sangue, e di aver deciso di immolare un religioso al diavolo.

Il satanismo non è reato

Adorare Satana comunque non è reato. L’articolo 19 della Costituzione riconosce infatti che “tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”. Questo non significa che alcuni seguaci di Satana non si siano macchiati di reati quali il furto sacrilego (crocifissi, ostie, ecc. razziate nelle chiese), il vandalismo con la profanazione dei cimiteri, il maltrattamento di animali o addirittura la pedofilia e l’omicidio. Per quanto riguarda, invece, l’adescamento di nuovi seguaci, non esiste più il reato di plagio previsto dal codice penale, abolito dalla Corte costituzionale con una sentenza del 1981. Ciò nonostante, il problema del reclutamento degli adepti non sfugge alla polizia, che ha istituito nel 2006 il Sas, ovvero, la Squadra Anti Sette. Un gruppo specializzato composto da analisti, investigatori e psicologi, incaricati di fare luce sui reati legati al fenomeno delle sette e dei gruppi esoterico-religiosi. Accanto al Sas, opera anche una task force della Chiesa. Si tratta del Servizio Antisette nato nel 2002 per lottare contro il dilagante del fenomeno delle sette occulte. La rete, animata da Don Aldo Buonaiuto, ha attivato un numero verde "Antisette" (800228866) dove arrivano circa 10 telefonate al giorno. L'80% delle chiamate riguarda persone disperate alla ricerca dei propri figli e di giovani e adulti adescati e perseguitati dal mondo dell'occulto e delle sette.

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