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Satanismo: aperta un’inchiesta su cinque ragazzi suicidi

Un liceo, una paese tra le valli piemontesi e cinque ragazzi suicidi. I pm hanno aperto un’indagine seguendo le voci e i non detti del paese. E’ iniziata così una lotta contro la realtà sommersa delle sette sataniche.
A cura di Laura Murino
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Verità sconvolgenti sono state rivelate da Il Fatto Quotidiano in un’inchiesta congiunta di Davide Milosa, Valeria Pacelli e Ferruccio Sansa. I pm stanno indagando sul suicidio di cinque ragazzi. La pista che gli inquirenti stanno seguendo è quella delle sette sataniche e che ci si trovi davanti a suicidi indotti. Si tratterebbe di un problema in continua crescita secondo un monaco del monastero cistercense di Pra d’Mill sopra Bagnolo Piemonte. Teatro della tragedia è un liceo di Saluzzo, un comune ai piedi del Monvisio in provincia di Cuneo. Ad Acqui si è tenuto qualche giorno fa un convegno sulla continua diffusione delle sette sataniche. Ad assistere sono accorsi avvocati, pm, insegnanti, preti, psicologi da tutta Italia. I relatori hanno spiegato come funziona il meccanismo di inclusione in una setta. Si parte dalla scelta della vittima, spesso trovata attraverso i necrologi. Infatti, viene prescelta una persona che si trova momentaneamente in un periodo di grande debolezza, dolore e insicurezza. Dopo averla portata all’interno di un gruppo dove la vittima viene coperta di eccessive attenzioni, di cui in quel momento sente il bisogno, la si sottopone a diverse prove e a continue umiliazioni, isolandola anche dalla sua famiglia e togliendole ogni capacità decisionale. Il meccanismo che si mette in atto nella vittima viene chiamato dagli esperti “dissonanza cognitiva”, quando cioè il pensiero, le emozioni, la logica coerenza delle proprie convinzioni si trovano in contrasto tra loro, portando il soggetto colpito a compiere anche atti estremi come il suicidio.

Il vicequestore Marco Martino, dirigente della Squadra Mobile di Torino, ha messo in luce le difficoltà che si incontrano in indagini del genere. Dichiarando che ci si trova davanti a un fenomeno peggiore a quello mafioso, nel quale non ci sono pentiti perché “chi esce rischia la vita, bisogna farlo con cautela affidandosi alle forze dell’ordine”. Senza contare il confronto legale con quanto dichiara la Costituzione riguardo la libertà di associazione, di religione e di pensiero. L’ avvocato Giovanna Balestrino ha infatti sottolineato l’assenza di una normativa che regoli il reato di plagio, che nella maggior parte delle volte colpisce le vittime di queste “nuove religioni” che prolificano e crescono.

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