“Sarò bravo e tornerò a casa”: la forza di Filippo, il bimbo col cuore artificiale nel carrello
"È maturo come un adulto, sa che non deve strafare, dice sempre ‘Sarò bravo perché voglio tornare a casa da mio fratello", a raccontare la straordinaria forza di Filippo, il bimbo di 6 anni che è potuto uscire dal reparto ospedaliero grazie a un cuore artificiale nel carrello, è la mamma Ottavia che con lui ha affrontato e sta affrontando un lungo percorso di terapie mediche con la speranza che un giorno si possa arrivare una trapianto di organo.
La storia del Piccolo Filippo raccontata dal Policlinico Sant’Orsola di Bologna ha commosso l'Italia dopo la notizie che nei giorni scorsi il bambino per la prima volta dopo 120 giorni è potuto uscire dal reparto di Cardio Chirurgia Pediatrica, la sua casa dallo scorso 25 dicembre quando è stato necessario attaccarlo a un cuore artificiale.
Il calvario di Filippo e della sua mialgia però era iniziato già prima, nel maggio del 2021, quando i medici hanno scoperto la malattia. Da allora è stato un continuo via vai tra ospedali e medici fino al malore e al ricovero di dicembre. Da allora Filippo non è mai uscito più dall'ospedale vivendo lì i compleanni ma anche l'intera esistenza senza poter mai uscire o frequentare la scuola.
Mesi durissimi durante i quali Filippo è rimasto attaccato a un cuore artificiale, un apparecchio di quasi 100 chili che gli impediva ogni tipo di movimento. "Il cuore artificiale tradizionale doveva sempre stare attaccato a una presa di corrente, aveva un'autonomia di 30 minuti, dopo 10 che era staccato si metteva a suonare. Riuscivamo a fare solo spostamenti piccolissimi, a pochi metri dal letto" ha rivelato a Repubblica la mamma del bimbo.
Grazie al nuovo e moderno apparecchio di soli 9 chili e con un' autonomia di 12 ore, Filippo può finalmente ora uscire dal reparto. "Una rivoluzione per la qualità della vita dei bambini con patologie cardiache molto complesse che potranno finalmente muoversi più liberamente e, un domani, soggiornare in ambienti protetti anche fuori dall’Ospedale" sottolineano dal Sant’Orsola che è il primo ospedale in Italia ad adottare le nuove drivin gunit Excor.
I primi passi Filippo li ha fatti per andare al bar dell'ospedale. "Siamo andati al bar a fare colazione assieme Filippo, io e il suo papà. Momenti familiari che per i più sono banali ma che per noi sono straordinari. La prima cosa che Filippo ha detto uscendo dal reparto è stato WOW! È bellissimo vederlo autonomo e indipendente, finalmente il bambino di 6 anni che è” ha racconta la mamma.
"Vorrebbe andare a scuola, perché non ci è mai andato, ha compiuto 6 anni in terapia semi-intensiva. Vorrebbe giocare con suo fratello di due ani e messo e con suo cugino" ha aggiunto la donna ma "ora Filippo è felice, si può spostare, i bambini pensano al presente e non al futuro".