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Sardegna, sale la paura contagio Covid: a Sedilo i cittadini vanno in auto lockdown

A Sedilo, comune sardo di circa duemila abitanti, al momento sono quarantasei le persone positive al coronavirus. Centotrenta sono invece i sedilesi in isolamento ma il Comune compra novecento tamponi. Il sindaco, Salvatore Pes, dichiara: “è una situazione orribile, ma la comunità sta agendo responsabilmente per questo, insieme all’ATS e alla Prefettura, abbiamo deciso che non si chiude”.
A cura di Lisa Ferreli
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"Qua in Sardegna eravamo un'Isola felice, adesso i dati sulla diffusione dei contagi da Coronavirus parlano chiaro: è giusto che i turisti vengano in Sardegna, ma forse non in questo modo". Le parole sono quelle del primo cittadino di Sedilo, Salvatore Pes, 47 anni. Nel piccolo paese sardo ad oggi sono quarantasei i positivi al covid, ma il tracciamento sulla popolazione non si ferma: il Comune ha acquistato novecento test sierologici, lo screening – ancora in corso – è stato effettuato su circa 600 sedilesi dei quali centotrenta sono in quarantena. Numeri importanti, soprattutto se rapportati al numero di abitanti: 2.050, con un indice di vecchiaia (nel 2020) di 256,8 anziani ogni 100 giovani (ISTAT).

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Ma sull'eventuale introduzione del lockdown smart (termine utilizzato per indicare la chiusura localizzata) per ora non si discute: "insieme a ATS Sardegna e Prefettura abbiamo deciso di non avviare restrizioni ulteriori rispetto a quelle già applicate" prosegue il sindaco Pes, che spiega: "abbiamo rimandato l'apertura della scuole al 28 settembre in modo che ragazzi, insegnanti e personale ATA possano farvi ingresso in tranquillità, per quanto riguarda alcuni locali abbiamo anticipato l'orario di chiusura ma, ad esempio, diversi bar hanno volontariamente scelto di abbassare le loro serrande". Il paese è vuoto, per strada solo qualche auto e chi attraversa le vie di Sedilo lo fa di fretta, munito di mascherina e solo per necessità: il senso civico e la forte responsabilità comune sono tra i motivi principali che motivano la mancata chiusura totale. "La comunità sta rispondendo molto bene, tutti hanno compreso la situazione e le difficoltà che stiamo vivendo, sono molto soddisfatto" aggiunge sempre Pes. A preoccupare maggiormente è la precaria situazione in cui verte il Sistema sanitario regionale sardo: gli ospedali vicini sono tre, "ma di questi solo uno, il San Francesco di Nuoro, è dotato di un reparto di terapia intensiva dove però i posti sono solo una decina: è una situazione orribile" conclude il primo cittadino. La speranza è che i controlli a tappeto e il grande senso di responsabilità dei sedilesi siano la chiave utile a superare una situazione sanitaria che desta forti preoccupazioni.

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