Sardegna, invasione di cavallette: milioni di danni nei campi. Chiesto stato di calamità naturale
Distrutti grano, ortaggi, foraggi, erba medica e altre colture con oltre 30mila ettari devastati dall’invasione delle cavallette in Sardegna: milioni di euro di danni ed ora la richiesta da parte di alcuni sindaci e categorie economiche di promuovere lo stato di calamità naturale per fronteggiare quella che è una vera e propria catastrofe biologica. La zona interessata dall’invasione delle cavallette è la valle del Tirso, una porzione interna in provincia di Nuoro; i paesi più colpiti sono Ottana, Orotelli, Oniferi, Orani, Illorai, Bolotana, Silanus e Bultei. Sono almeno un centinaio le aziende messe in ginocchio, con molti agricoltori costretti ad anticipare il raccolto o addirittura a destinarlo ad alimentazione degli animali.
I motivi dell'invasione delle cavallette in Sardegna
Come riporta il Corriere della Sera, le cavallette sono arrivate dall’Africa e dal Medio Oriente; la loro riproduzione è stata favorita dal particolare clima dell’ultima stagione: molto secco e mite. Secondo la Banca Mondiale si tratta della peggior invasione di locuste degli ultimi 70 anni a livello mondiale, mentre la Coldiretti sottolinea che l’ultimo semestre è stato il più caldo dal 1800 a oggi. Di fronte all’invasione non esistono particolari contromisure per gli agricoltori, se non quella di bruciare i campi per distruggere i parassiti. L’unica speranza è nei predatori naturali come gli uccelli che, fa sapere la Coldiretti, potrebbero aiutare a contenere le popolazioni di locuste che dai campi abbandonati e incolti partono all’assalto dei raccolti devastando tutto quello che trovano sul loro cammino.
Danni per milioni di euro
Da qui le richieste di calamità naturale. “Vanno indennizzati i danni attuali”, esorta il sindaco di Ottana (Nuoro), Franco Saba, “e concretizzata un’azione preventiva per evitare che il fenomeno si ripeta nei prossimi anni”. "Una vera e propria emergenza che – spiega la Coldiretti– si abbatte sulle imprese agricole colpite anche dalla crisi economica generata dal coronavirus con 6 aziende su 10 (58%) che hanno registrato una diminuzione dell’attività".