Sardegna, contagi ai livelli di aprile. Lazio attacca: “Bomba virale con il rientro dei turisti”
Per mesi è stata una delle regioni italiane meno colpite dai contagi di coronavirus, eppure negli ultimi giorni i casi sono aumentati e seppur i numeri non siano altissimi segnalano una situazione da tenere attentamente sotto controllo: in Sardegna, infatti, ieri sono stati registrati 37 nuovi positivi, lo stesso dato del 21 marzo, in pieno lockdown. Era dal 2 aprile – 49 casi – che non si verificava un incremento giornaliero così alto.
Dopo mesi decisamente tranquilli il boom di turisti e le occasioni di movida hanno alzato il livello di allarma. Come ricorda l'Unione Sarda a pesare sono i positivi nel resort dell'isola di Santo Stefano (20 in tutto) e i 13 del Nuorese (compresa l'area di Orosei), che si aggiungono a quelli di Porto Rotondo dei giorni scorsi (tre giovani romani ricoverati al rientro dall'Isola allo "Spallanzani"). Tre positivi sono stati individuati ieri a Cagliari e uno nella provincia del Sud Sardegna.
In questo quadro Alessio D'Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, punta il dito contro i locali della movida e teme che il ritorno di turisti dalla Sardegna possa innescare una vera e propria "bomba virale". "Ci aspettiamo un considerevole aumento dei casi ed è in corso una grande azione di tracciamento. Voglio rassicurare che abbiamo in atto comunque un sistema di controllo e monitoraggio in grado di rispondere con tempestività. Solo negli ultimi tre giorni sono stati effettuati oltre 7.700 test nei drive-in un lavoro straordinario e ringrazio i nostri operatori che stanno agendo con grande professionalità. Se si fossero rispettate le regole minime non si sarebbe creata questa situazione. Torno a ribadire che sono necessari i test agli imbarchi dalla Sardegna".