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Ecco come è nato il ciclone sulla Sardegna

Un “fenomeno possibile ma inusuale” originato dal distacco di un vortice da una perturbazione proveniente dalle zone artiche, spiega l’esperto Alfonso Sutera, del dipartimento di Fisica dell’università Sapienza di Roma.
A cura di B. C.
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Il ciclone che ha devastato la Sardegna è già assurto alle cronache come nuova tragedia nazionale, col governo che in mattinata ha decretato l’ennesimo stato d’emergenza: un evento meteorologico, solo in parte dovuto all’imprevedibilità dei cambiamenti climatici che nel mondo (dalle Filippine agli USA) stanno seminando morte e distruzione. A dare una spiegazione al fenomeno ci ha provato il fisico Alfonso Sutera, del dipartimento di Fisica dell’università Sapienza di Roma, all’agenzia stampa Ansa, parlando di un avvenimento “possibile ma inusuale”: i 459 millimetri di pioggia caduti sull'isola nell’arco di poche ore, quando la media nazionale è di 900 millimetri l’anno, sono certamente un caso raro, ma che certamente non giustificano il dramma umanitario che sta vivendo in queste ora la Sardegna.

"La bolla di aria fredda, dal raggio compreso fra 300 e 400 chilometri, si è staccata dalla perturbazione ed è penetrata nel Mediterraneo, che in questo periodo dell’anno è ancora caldo: l’aria calda e umida ha rafforzato il ciclone", spiega l'esperto. In pratica, l’aria fredda di provenienza artica unita al calore del Mar Mediterraneo, che in questo periodo viene investito da afflusso di aria umida e calda proveniente dall’Africa, ha provocato una sorta di “corto circuito” meteo. Una volta giunto sui cieli sardi, Cleopatra ha toccato terra e si è scatenato. Le caratteristiche montane della regione hanno contribuito ad incrementare la forza ciclonica, portando all’innalzamento in atmosfera dell’aria calda africana. "Il Mediterraneo – spiega Sutera – è un’area metastabile”, cioè non ha caratteristiche tali per sollevare velocemente le particelle di aria umida.

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