Sarah Scazzi fu strangolata con una cintura, lo dice l’autopsia
È in corso la 19esima udienza del processo in Corte di Assise a Taranto per l’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa il 26 agosto del 2010 e rinvenuta cadavere in un pozzo nell’ottobre dello stesso anno. Proprio durante l’udienza precedente a questa odierna quelle foto del ritrovamento di Sarah avevano scosso particolarmente Concetta Serrano, la mamma della vittima, che aveva preferito uscire dall’aula per evitare di assistere a quello strazio, mentre oggi in aula è arrivato il medico legale il quale ha fornito nuovi dettagli sulla morte della giovane di Avetrana. Questa volta la mamma di Sarah è rimasta in aula anche mentre venivano proiettate le foto dell’autopsia.
Sarah morì dopo due o tre minuti – Secondo il medico legale che effettuò l’autopsia sul corpo di Sarah Scazzi, il professor Luigi Strada, la giovane di Avetrana fu uccisa da una cintura: “Una cinta larga due centimetri e mezzo – ha confermato il professore – che lasciò sul collo della ragazza un solco. La morte per asfissia sopraggiunse in due o tre minuti”. In aula è stato anche proiettato un video che mostrava come Michele Misseri, reo confesso dell’omicidio, aveva simulato lo strangolamento in un modo tale che aveva fatto sorgere dei dubbi sulla sua effettiva responsabilità. Stando ai segni presenti sul collo di Sarah, il medico legale ha escluso che l’arma del delitto possa essere stata una corda ritenendo invece molto più probabile e compatibile le dimensioni di una cintura.
Un’udienza importante anche per la presenza di Valentina Misseri – La 19esima udienza del caso Scazzi si preannuncia importante anche per la testimonianza, oltre a quella del medico legale, di altri protagonisti della terribile storia che arriva da Avetrana. A Taranto sono arrivati Valentina Misseri, sorella di Sabrina e figlia di Cosima, le due accusate dell’omicidio e tuttora in carcere, oltre a Vanessa Cerra, la commessa del fioraio che prima disse di aver visto il sequestro di Sarah per poi smentire tutto parlando di un sogno. Qualche momento di tensione si è registrato in mattinata quando gli avvocati difensori non si sono dati nemmeno la mano prima dell’inizio dei lavori.