Sarah Scazzi: anche per la Cassazione Sabrina Misseri deve restare in carcere
Sabrina Misseri, la giovane di Avetrana condannata in primo grado insieme alla madre Cosima Serrano per l’omicidio della cuginetta Sarah Scazzi, deve restare in carcere. La prima sezione penale della Cassazione ha infatti respinto il ricorso degli avvocati dell’imputata contro l’ordinanza con la quale il tribunale del Riesame di Taranto, lo scorso marzo, aveva confermato la custodia in carcere disposta dalla Corte d’assise di Taranto a carico della Misseri. Il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione Antonio Gialanella aveva chiesto, lo scorso venerdì, il rigetto del ricorso presentato dal professor Franco Coppi e dall’avvocato Nicola Marseglia. Gli avvocati di Sabrina Misseri, da parte loro, avevano chiesto la scarcerazione o gli arresti domiciliari per la loro assistita in quanto il suo sarebbe stato un delitto d’impeto: “Noi la riteniamo innocente – aveva detto al termine dell’udienza della scorsa settimana l’avvocato Coppi – ma comunque non sussistono esigenze cautelari, dopo quattro anni di carcere è sottoposta a un patimento inutile. I domiciliari andrebbero benissimo. È stato un delitto d’impeto, non si può parlare di rischio di reiterazione del reato”.
“Sabrina Misseri potrebbe avvicinare il padre Michele”
Secondo gli avvocati di Sabrina Misseri la giovane accusata di aver ucciso sua cugina Sarah sta male in carcere e non può commettere altri delitti né fuggire o inquinare le prove. Al contrario, secondo i magistrati la giovane potrebbe fuggire all’estero con l’aiuto di parenti e amici, potrebbe inquinare le prove e anche avvicinare il padre Michele Misseri, che più volte ha tentato di accusarsi della morte di Sarah Scazzi e che è stato condannato per soppressione di cadavere, fornendogli una versione del delitto più credibile. Sabrina Misseri potrebbe inoltre, secondo i magistrati tarantini, commettere nuovi reati vista l’efferatezza e i futili motivi del delitto di cui è accusata.