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Ultime notizie su Sara Pedri, ginecologa scomparsa a Trento

Sara Pedri, le due colleghe ginecologhe: “Umiliate durante i meeting in reparto, molte piangevano”

Le colleghe della 31enne scomparsa dalla scorso marzo ascoltate sul clima lavorativo nella squadra diretta dagli indagati, Tateo e Mereu, all’ospedale Santa Chiara di Trento: “Ogni volta prese di mira persone diverse, molti piangevano”
A cura di Biagio Chiariello
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"Ogni volta veniva presa di mira una persona diversa" senza, però  che vi fossero reali ragioni. "Non so come sono sopravvissuta". A parlare ieri in Tribunale a Trento sono state le prime due ginecologhe nell'ambito dell'incidente probatorio sul clima lavorativo che si respirava nel reparto prima e dopo la scomparsa della dottoressa Sara Pedri, 31 anni, di Forlì della quale non si hanno più tracce dal 4 marzo scorso. Si è discusso delle accuse contro l’ex primario di ginecologia del Santa Chiara Saverio Tateo e la sua vice Liliana Mereu accusati di presunti maltrattamenti nei confronti della ginecologa scomparsa e di altre dipendenti del reparto. Sara ha lavorato in quell'ospedale dal 15 novembre 2020 al 1 marzo 2021, tre giorni prima della sua scomparsa. Secondo la famiglia Pedri, difesa dall’avvocato Nicodemo Gentile, proprio in quella struttura si erano creati i presupposti per la crisi che ha colpito in quei mesi la ragazza. Un dolore esistenziale che l’avrebbe portata a togliersi la vita.

Ginecologhe "umiliate durante i meeting"

La dottoressa interrogata in aula, come si legge sul Corriere della Sera, ha parlato di "interrogatori inquisitori" risalenti al 2018 con la luce della lampada dello studio di Tateo puntata in faccia, fatti dopo la richiesta da parte alcuni medici di una riunione sui turni. Poi c’erano i meeting giornalieri che sarebbero diventati un modo "per screditare pubblicamente i colleghi". "Quando finivano molti uscivano piangendo", ha spiegato la dottoressa. E, ancora, la teste avrebbe riferito che chi non si adeguava all’autorità di Tateo e Mereu veniva estromesso e anche per questo "molti colleghi hanno deciso di lasciare".

Atteggiamenti "dispotici" del primario

Una delle testimoni ha confermato – scrive invece L'Adige – come in "reparto il clima fosse diventato invivibile a causa degli atteggiamenti dispotici del primario", confermando anche il "taglio inquisitorio a cui vennero sottoposti alcuni sanitari del reparto, rei di aver chiesto un incontro per affrontare il problema degli orari (molto gravoso) e di aver promosso una raccolta firme".

Le presunte percosse a Sara Pedri durante l'operazione

Della posizione di Sara Pedri si è parlato sono in maniera marginale. La procura ha chiesto chiarimenti sull'episodio contestato nell'accusa, cioè quello relativo ad un'operazione del 16 novembre 2020 durante la quale la ginecologa "subiva — si legge — percosse e rimproveri" dalla dottoressa Mereu che era intervenuta durante lo stesso intervento colpendola alla mano. La collega ascoltata ieri ha confermato l’episodio, al quale, però, non aveva assistito personalmente. "Mi dissero che quando Sara uscì dal meeting piangeva sconvolta".

Gli avvocati dell'ex primario respingono accuse

L'avvocato di Saverio Tateo ha respinto le accuse: "Non è stato raccolto alcun elemento processualmente significativo ai fini dell’imputazione per maltrattamenti. È emerso chiaro il disegno da parte di una sola teste di tessere una tela con un filo non idoneo per la sede processuale e che pertanto non dovrebbe avere accesso nell’ambito processuale penale. Una diceria dell’untore che si è infranta davanti ai fatti e alle circostanze, ovvero gli unici dati processualmente idonei", ha detto il legale Salvatore Scuto.

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