Sara Pedri, inchiesta sui maltrattamenti in ospedale: individuate 21 vittime tra medici e infermieri
Arriva finalmente una svolta nella vicenda giudiziaria sulla scomparsa di Sara Pedri, la ginecologa originaria di Forlì di cui non si hanno più notizie dallo scorso 4 marzo, dopo aver vissuto un periodo di difficoltà legato, secondo quanto denunciato dalla famiglia, alle vessazioni subite al lavoro. Dopo nove mesi e dopo l'apertura di due fascicoli di inchiesta, uno per maltrattamenti e un altro per abuso di mezzi di correzione e disciplina, a carico dell’ex primario di ginecologia Saverio Tateo, poi licenziato, e della sua vice Liliana Mereu, il gip di Trento Enrico Borrelli ha accolto la richiesta di incidente probatorio avanzata dai pm Licia Scagliarini e Maria Colpani.
Le testimonianze di medici e infermieri fonte di prova
Saranno nove i testimoni che saranno ascoltati nell'ambito del procedimento penale per i presunti maltrattamenti all'interno dell'unità
operativa di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento dove Sara Pedri lavorava. Le testimoni, scelte dalle pm tra oltre un centinaio di persone informate sui fatti, verranno sentite in quattro udienze a febbraio 2022, al fine di evitare la vittimizzazione secondaria, ossia di far rivivere le condizioni di sofferenza a cui è stata sottoposta la vittima di un reato nelle aule di giustizia. La Procura di Trento ha individuato 21 persone offese, tra ostetriche, medici e infermieri: tra queste figura anche Sara Pedri. La testimonianza raccolta in sede di incidente probatorio, con la garanzia del contraddittorio, diventa quindi fonte di prova per un eventuale processo e si evita di dover costringere le presunte vittime a dover ripetere le dichiarazioni più volte. "La Procura ha dimostrato grande sensibilità", il commento dell'avvocato Nicodemo Gentile, che rappresenta la famiglia della giovane ginecologa di cui si sono perse le tracce e che la famiglia teme possa aver compiuto un gesto estremo.