Sara Pedri, in ospedale era caccia al colpevole: “C’era un clima pesante”
Sara Pedri “era vittima di mobbing, si era convinta di essere lei il problema ma non era la sola a subire vessazioni. Il personale era così abituato a vivere in un clima tossico, operato dai vertici, che era diventato la normalità", così la sorella della ginecologa scomparsa ribadisce il presunto clima di terrore che si sarebbe creato nel reparto dell’ospedale di Trento guidato dall’ex Primario Tateo e che per lei è alla base della sparizione di Sara. Un clima che, secondo Emanuela Pedri, avrebbe spinto la sorella a suicidarsi nel lago di Santa Giustina, vicino a dove è stata ritrovata la macchina. “Tateo dice di non aver colto il clima pesante, visto che gli venivano riconosciuti risultati d'eccellenza dai pazienti. Ma il punto sono i lavoratori: molti sono stati male nel suo reparto” ha spiegato Emanuela al Corriere della Sera, riferendosi alle recenti dichiarazioni del medico accusato dalla Procura di Trento di maltrattamenti e abuso di mezzi di correzione insieme alla sua vice Liliana Mereu.
Le richieste di aiuto dei colleghi di Sara Pedri
Un clima di terrore che sarebbe confermato dalle parole della stessa Sara Pedri poco prima di sparire. “Sono terrorizzata, non posso proseguire” diceva infatti la ginecologa. Sensazioni che però pare fossero molto comuni a colleghe e infermiere dello stesso reparto, sia prima che durante la permanenza di Sara nell’ospedale di Trento. "Il clima che aleggia nel reparto è la caccia al colpevole, che sia un caso problematico in sala parto, un parto difficile, qualsiasi tipo di problema, sembra che la priorità sia quella di trovare un colpevole” ha testimoniato ad esempio uno dei tanti sanitari interpellati dalla Procura di Trento. A dimostrazione del clima difficile però ci sono anche svariate richieste di aiuto alla consigliera che gestisce e aiuta a risolvere i casi di mobbing.
“Siamo convinti che Sara si sia suicidata"
Una situazione che pare andasse avanti da anni, ben prima dell’arrivo in reparto di Sara Pedri, la cui scomparsa però ha fatto emergere tutto portando all’allontanamento del primario. Moltissime testimonianze raccolte dalla Procura infatti parlano di episodi precedenti ma comunque inquietanti come riunioni nelle quali il primario prendeva di mira qualche collega svilendolo davanti al resto del gruppo. Una situazione in cui Sara era piombata improvvisamente uscendone trasformata. “Siamo convinti che Sara abbia compiuto un gesto estremo perché abbiamo visto come si era ridotta. Mia sorella era vittima di mobbing e si era ammalata. Parlava con un filo di voce, non dormiva, non mangiava. Voleva liberarsi da un malessere" ha rivelato la sorella.