Sara Pedri, il reparto di ostetricia dopo l’addio al primario: “Ora siamo sereni e lavoriamo di nuovo”
Dopo la scomparsa di Sara Pedri avvenuta il 4 marzo scorso, tante cose sono cambiate nell'unità operativa di ostetricia e ginecologia nella quale lavorava. Il primario Saverio Tateo ha dovuto abbandonare l'ospedale di Trento in seguito alle indagini che lo riguardano: secondo le testimonianze fornite dagli infermieri e dallo stesso diario di Sara Pedri, proprio il medico e la sua vice avevano reso la vita in corsia infernale e umiliante. Il nuovo primario, Fabrizio Taddei, spiega che la qualità del reparto è data da grandi professionisti che lavorano in squadra. "Qui non c'era un deterioramento dal punto di vista assistenziale", conclude.
Anche la viceprimaria Liliana Mereu è stata trasferita a una nuova struttura operativa. Anche lei, secondo le testimonianze degli infermieri, contribuiva a creare un clima tossico e di paura sull'ambiente di lavoro. In una particolare occasione la donna aveva schiaffeggiato e umiliato Sara Pedri in sala operatoria davanti a tutti, intimandole di lasciare il reparto. Per ora, Taddei che ha preso il posto della vecchia dirigenza, ha voluto tenersi lontano dai riflettori, dividendosi tra Rovereto e Trento. Dal 12 al 31 luglio sono stati effettuati 42 interventi chirurgici ginecologici. Nel mese di agosto, invece, addirittura 61. Il numero dei parti, invece, resta quello del 2020. Sono stati 1.700 dall'inizio dell'anno per una media di 200 al mese all'ospedale Santa Chiara e 100 a Rovereto. "All'inizio si respirava aria di grande tensione e tristezza – spiega il nuovo primario – soprattutto per quanto si continuava a leggere sui media e per il destino toccato a quella giovane professionista. Adesso sono tutti un po' più sereni. Non ho dovuto fare grossi interventi, perché dove ci sono validi elementi il reparto funziona. Tutti collaborano molto bene, anche lo staff dell'equipe non medica merita menzione in questo senso. Non abbiamo mai avuto bisogno di ricorrere a grandi interventi di assistenza di competenze altrui per fare il nostro lavoro". Senza Tateo e Mereu, l'organico medico è ovviamente diminuito, ma i turni sono comunque stati coperti. "Ovviamente abbiamo garantito riposi e ferie – spiega Taddei – a Trento, a Rovereto e anche a Villa Igea dove c'è il day hospital. Ci sono anche medici che si sono spostati da un'unità all'altra per garantire i turni e voglio ringraziarli per il loro grande senso di sacrificio e disponibilità".
Le pazienti hanno dimostrato di apprezzare in pieno il cambiamento. Al Corriere della Sera, uno dei sanitari che lavora all'interno dell'unità operativa di Trento ha raccontato che molte delle donne ricoverate hanno espresso vicinanza allo staff. "Sono tutte molto provate da questa drammatica vicenda. Fortunatamente non ci sono state ripercussioni sui pazienti: nessuna attesa o ritardo. L'oncologia è stata riorganizzata poi insieme al dottor Taddei. Abbiamo ritrovato la nostra serenità nonostante i turni importanti. Quando faccio un turno di guardia in più non ho l'angoscia. Siamo un bel gruppo e ci aiutiamo. Anche i medici banditi dalle sale operatorie dalla vecchia gestione ora possono di nuovo fare il loro lavoro".