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Ultime notizie su Sara Pedri, ginecologa scomparsa a Trento

Sara Pedri, gli ultimi messaggi della dottoressa prima di sparire: “In ospedale ti schedano subito”

La ginecologa trentunenne di Forlì da quando era arrivata in Trentino per lavoro era molto preoccupata e stressata. “In sala operatoria c’erano ferri chirurgici che volavano verso le persone, anche per un nonnulla” raccontano i colleghi. Il timore dei familiari a tre mesi dalla scomparsa, è che Sara possa esseri tolta la vita per non aver resistito a queste vessazioni.
A cura di Antonio Palma
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“Devi stare sempre attenta perché qua appena parli ti schedano subito”, così parlava Sara Pedri in alcuni messaggi inviati ai familiari prima di sparire nel nulla il 4 marzo scorso in Trentino lasciando auto e cellulare. Come testimoniano gli scambi di messaggi e come confermano parenti e alcuni colleghi, la ginecologa trentunenne di Forlì da quando era arrivata in Trentino per lavoro era molto preoccupata e stressata. Dai racconti raccolti dalla trasmissione televisiva Chi l’ha visto? Che si sta occupando del caso, emerge un quadro per nulla idilliaco di quanto avveniva tra medici e operatori sanitari all’interno dell’ospedale Santa Chiara di Trento.

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Un ambiente molto competitivo e stressante dove i nuovi arrivati come Sara pare venissero sottoposti a vessazioni continue. “Qua pretendono che tu lavori solo che non mangi, non dormi, non hai una vita, quindi non puoi mai parlare delle tue esigenze perché non interessano a nessuno e anzi posso interessare solo in negativo” raccontava la stessa Sara ai suoi familiari. Un clima confermato anche da alcuni dei sanitari in servizio al reparto. “In sala operatoria c’erano ferri chirurgici che volavano verso le persone, anche per un nonnulla. Ginecologi che erano bravi venivano allontanati dalla sala operatoria. Ti fanno sentire una nullità, cercano di trovare lo sbaglio anche se non c’è, pur di metterti in crisi. È il momento di parlare, perché non ci sia un’altra Sara” hanno spiegato i sanitari le cui testimonianze sono state raccolte in una memoria presentata in Procura dall’avvocato della famiglia.

Il timore dei familiari a tre mesi dalla scomparsa, è che Sara possa esseri tolta la vita per non aver resistito a queste vessazioni. “Credo che mia sorella si sia tolta la vita” ha rivelato la sorella Emanuela, raccontando: “Sara era terrorizzata e le sue colleghe ci hanno confermato quello che ci diceva lei: turni massacranti, abusi di potere, minacce continue”. Intanto le ricerche di Sara Pedri proseguono concentrandosi sempre nei presi dei corsi di acqua al confine tra i comuni di Cis e Cles dove l’auto della giovane ginecologa è stata ritrovata con il suo cellulare all’interno il 4 marzo, vicino al ponte di Mostizzolo sul torrente Noce.

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