“Sarà bello, ti facciamo godere 25 contro una”. Il racconto choc di Gaia, salvata da Hossein
Quando si è incamminata per le vie di Firenze erano le 23:30, cinque minuti prima che cominciasse il suo incubo. Gaia Guarnotta, ragazza fiorentina di 25 anni, è stata avvicinata da venticinque ragazzi italiani che hanno cominciato a prenderla di mira e a scherzare. "Erano palesemente ubriachi, hanno cominciato a chiedermi foto e a ridere fra di loro, poi la situazione è degenerata". La venticinquenne è diventata il bersaglio delle loro frasi minacciose: "Dai, vieni con noi, ti facciamo divertire", "In venticinque contro una, si fa una bella serata, ti facciamo godere".
E in quel momento, lungo la strada, c'era lei e il clan di ragazzi che hanno tentato di stuprarla. Nessun altro. Nel giro di pochi secondi si è ritrovata accerchiata e afferrata per un braccio. "Mi sono guardata intorno cercando aiuto – racconta Gaia -, ma le poche persone che passavano non si sono fermate". Dopo i suoi rifiuti, categorici, e la richiesta di andarsene, i ragazzi hanno cominciato a lanciarle addosso bicchieri e cannucce. Il bersaglio, in quegli istanti, era lei. "Mi hanno sputato addosso, qualcuno filmava con il telefonino".
E nell'omertà generale di chi passava e probabilmente non si è accorto di nulla, è apparso Hossein, un venditore ambulante di rose. Lui, che Gaia fosse in pericolo, l'ha capito subito. E con un gesto istintivo ha deciso di intervenire mandando via i ragazzi che la stavano minacciando. Le lacrime, alla ragazza, le ha asciugate lui. "Poi, dopo avermi salvato – racconta ancora commossa la venticinquenne fiorentina -, mi ha offerto da bere e da mangiare, e mi ha regalato una rosa".
Nelle parole di Gaia c'è ancora l'emozione di un gesto che difficilmente potrà dimenticare. "Se non fosse stato per Hossein – confessa -, oggi non potrei raccontare questa storia. Mi conforta sperare che nel mondo ci siano davvero persone come lui che sono ancora capaci di aiutare, senza chiedere nulla in cambio". Gaia, al venditore ambulante che l'ha salvata, ha regalato una sua fototessera, l'unica che conservava nel portafoglio. E quella, da oggi, sarà il simbolo della sua vittoria di quella sera contro i "mostri" che hanno tentato di violentarla. La sua vittoria, in fondo, è la vittoria di chi crede che al mondo ci siano ancora persone capaci di aiutare.