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Omicidio Saman Abbas

Saqib, il fidanzato di Saman: “Se fossi andato a casa con lei sarei morto anche io”

Saqib, il fidanzato di Saman Abbas, la 18enne d’origine pachistana scomparsa da più di due mesi e che si presume sia stata uccisa dai suoi stessi familiari a Novellara: “Se fossi andato a casa con lei? Sarei morto anche io e avevo troppa paura per la mia vita e per la mia famiglia”. La Procura di Reggio Emilia ha chiesto un incidente probatorio affinché vengano “cristallizzate” le dichiarazioni del giovane per essere usate nel processo.
A cura di Davide Falcioni
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La Procura di Reggio Emilia ha chiesto un incidente probatorio per sentire Saqib, il fidanzato di Saman Abbas, la ragazza di 18 anni d'origine pachistana scomparsa da più di due mesi e che si presume sia stata uccisa dai suoi stessi familiari a Novellara, nella Bassa Reggiana, per aver rifiutato un matrimonio combinato. A renderlo noto Il Resto del Carlino, secondo cui la pm Laura Galli intende raccogliere la testimonianza del giovane affinché possa essere utilizzata come prova ai fini del processo. Il ragazzo pachistano era inviso alla famiglia di Saman, dalla quale avrebbe ricevuto minacce e pressioni per lasciarla. "Saman mi manca troppo, era il mio primo amore, volevo sposarmi con lei perché la mia vita è di Saman. Io oggi non ho paura di niente, della mia vita non me ne frega niente", ha detto il giovane in una serie di interviste rilasciate nei giorni scorsi. "Se fossi andato a casa con lei? Sarei morto anche io e avevo troppa paura per la mia vita e per la mia famiglia", ha detto.

A "Dritto e rovescio" Saqib ha aggiunto, riferendosi a Saman: "Il 27 aprile sente che lo zio dice che quando sarebbe arrivata a casa l’avrebbe uccisa. Io le ho detto ‘vai subito dai carabinieri', le ho detto ‘non andare a casa perché lo sai che la tua famiglia è fatta così', ma lei aveva bisogno dei documenti. Il 30 aprile l’ho sentita per l’ultima volta e mi ha detto che aveva troppa paura, paura per la sua vita".

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Il cugino di Saman verrà presto interrogato in carcere

Nel frattempo Ikram Ijaz, cugino di Saman e finora unico arrestato della vicenda, verrà presto interrogato in carcere. A chiedere di essere sentito è stato lui stesso, indagato per omicidio premeditato in concorso con i genitori (fuggiti in Pakistan) e lo zio – ritenuto l'esecutore materiale del delitto – e un altro cugino, entrambi latitanti in Europa. Il giovane, arrestato nelle scorse settimane in Francia e poi estradato in Italia, inizialmente aveva deciso di non collaborare e non rispondere alle domande dei magistrati: "Ha dichiarato di non aver nulla a che vedere con la sparizione della ragazza – aveva spiegato il suo avvocato – ha manifestato l'intenzione di rendere dichiarazioni più approfondite al pm nei prossimi giorni", dopo un ulteriore confronto con i suoi difensori. "Il nostro assistito non parla la lingua italiana – aveva aggiunto il legale – pertanto ogni incontro dovrà avvenire alla presenza dell’interprete. Quindi, ci vorrà un po’ più di tempo. Tuttavia ha manifestato la volontà di spiegare i propri movimenti, sia in relazione ai giorni di cui si trattando (in questa inchiesta, ndr), sia anche per ciò che riguarda le ragioni del suo allontanamento". Il momento in cui gli inquirenti conosceranno la versione dei fatti di Ikram Ijaz sta quindi per arrivare, e le sue parole potrebbero rappresentare una svolta nelle indagini.

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