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Santona mummificata a Cuneo: “credevano sarebbe risorta”, 8 indagati

Cinque familiari accusati di occultamento di cadavere, altre tre persone di favoreggiamento. Gli accertamenti hanno escluso che la morte della donna fosse stata nascosta per continuare a percepire la sua pensione, poiché non riceveva sussidi.
A cura di B. C.
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Per diciotto anni una donna è rimasta mummificata in una stanza in una casa in Borgo San Dalmazzo, alla periferia di Cuneo, senza che nessuno si accorgesse della sua scomparsa. Fino al 27 ottobre dello scorso anno. Si trattava di Graziella Giraudo, la "santona" di Borgo (66 anni all’anagrafe), ed oggi tutti i suoi parenti più stretti sono stati indagati. Otto richieste di rinvio a giudizio in totale: cinque per occultamento di cadavere e tre per favoreggiamento. Era il 1996 quando la donna perse la vita. Ma la consuocera Rosa Giraudo, convinta che Graziella fosse appunto una santona – e che sarebbe risorta – decise di mummificare e nascondere il cadavere. Un folle piano nel quale la donna avrebbe coinvolto anche gli altri parenti della morta. Almeno queste sono le conclusioni a cui è arrivata la Procura della Repubblica di Cuneo che ha chiuso le indagini con otto richieste di rinvio a giudizio nei loro confronti. I magistrati hanno ritenuto che "non potessero non sapere". Loro, dunque, avrebbero aiutato Rosa a nascondere i resti mortali di Graziella in uno stanzino dell’abitazione in via Pedona a Borgo. Quel che certo è che i parenti non avrebbero nascosto la mummia della donna per continuare a percepire la sua pensione, poiché non riceveva sussidi.

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