Protesta anti-burqa non autorizzata. Il pm: “Condannate la Santanché”
Nel settembre 2009 Daniela Santanché aveva organizzato una protesta anti-burqa a Milano per la di chiusura del Ramandan senza avvisare il questore, come prevede la legge, tre giorni prima dello svolgimento. Per questo motivo il pubblico ministero milanese ha chiesto un mese di arresto e 100 euro di multe nei confronti della deputata berlusconiana. Nella stessa occasione, Ahmed El Badry colpì allo sterno la Santanché con un pugno, allora leader del Movimento per l’Italia, provocandole lesioni giudicate guaribile in venti giorni. L'egiziano è accusato di lesioni e per lui il pm ha chiesto 2 mila euro di multa. In base alle testimonianze, la Santanché era arrivata nei pressi della Fabbrica del Vapore – dove si teneva la protesta – con una ventina di manifestanti e cartelloni, insistendo affinché le donne musulmane che entravano nell'edificio si scoprissero il volto. Da lì la reazione degli uomini della comunità islamica, tra cui El Badry. Nel corso del processo la ‘pasionaria' di Forza Italia ha ha ricordato di essere stata colpita "con un braccio ingessato" dall'egiziano, "uno dei più intransigenti" tra coloro con i quali ebbe un'accesa discussione, e di essersi poi "accasciata".