Sanità non-Covid travolta dalle esigenze della pandemia, gli anestesisti: “Rischiamo collasso”
L'Italia è ancora nel pieno della quarta ondata Covid. L’impatto della pandemia sta mettendo sotto pressione non solo i processi vaccinali, ma anche una serie di scelte territoriali, protocolli e situazioni organizzative su cui Siaarti (società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva) intende richiamare l’attenzione delle istituzioni sanitarie:
“Registriamo tre fenomeni che destano la nostra preoccupazione. Il primo è naturalmente legato alle necessità dirette legate alla pandemia covid-19, quelle delle sepsi e delle insufficienze respiratorie gravi che assorbono centinaia di posti letto e numerosissime risorse umane, tra cui in primo luogo quelle degli AnestesistiRianimatori. Il secondo: la sanità non-Covid-19 in molte regioni è travolta dalle esigenze della pandemia e forse anche, in alcune situazioni, dalle necessità di riservare posti letto per poter rimanere nei colori ‘più chiari e meno-emergenziali'. Sappiamo che questa criticità genera ritardi preoccupanti, ribaditi in particolare dal mondo della chirurgia e già presentati anche con un'interrogazione alla XII Commissione della Camera. E poi c'è il terzo fenomeno trascurato: la sanità per pazienti COVID.19 asintomatici non critici – afferma – Si tratta di centinaia di pazienti che vengono rilevati come positivi e che dovranno essere operati, trapiantati, ed assistiti nel postoperatorio intensivo. Occorre programmare oggi ciò che fra poche settimane – finita l'ultima ondata dell’emergenza pandemica – diventerà con ogni probabilità una nuova emergenza sanitaria”.
Il messaggio Siaarti si basa sulle esperienze concrete dei coordinatori delle varie aree scientifiche della società. Come osserva Nicola Latronico (responsabile Siaarti rianimazione e terapia intensiva): “Le Terapie Intensive covid-19 stanno viaggiando verso la saturazione, con la necessità molto prossima di aprire altri posti sottratti alle TI non-COVID.19. Queste ultime, ridotte nella loro capacità di letti e personale, sono sotto pressione per far fronte alle patologie tempo-dipendenti (traumi, stroke), a patologie acute non-COVID.19 (sepsi, insufficienza respiratoria acuta) e per prendere in carico pazienti post-operatori complessi e gravi”.
Angelo Gratarola (responsabile SIAARTI anestesia e medicina perioperatoria) sottolinea anche altri problemi: “viviamo una sorta di daltonismo delle fasce di rischio, si rischia infatti l’arancione territoriale per pazienti ricoverati non a causa del Covid-19, ma per le sole positività incidentali scoperte al Pronto soccorso. Questo rappresenta un problema concreto: il Ministero dovrebbe infatti – sentite le società scientifiche, in primis SIAARTI – offrire indicazioni e linee operative per poter sottoporre ad intervento chirurgico pazienti semplicemente positivi al virus”.