Sanità, la nuova figura dell’assistente infermiere: quali sono i suoi compiti e che tipo di formazione serve
Novità in arrivo nel mondo sanitario italiano: l'assistente infermiere. Da due anni è in ballo la nascita di questa figura, molto dibattuta soprattutto tra i sindacati di categoria. Giovedì 3 ottobre la Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera all'introduzione, prevista a partire dal 2025, con un provvedimento ad hoc.
Si tratta di un professionista a metà strada tra l'Oss e l'infermiere: sarà impiegato all'assistenza dei pazienti presi in carico, dando supporto gestionale, organizzativo e formativo "anche a integrazione di équipe multidisciplinari". Tutte attività che saranno eseguite sotto le direttive degli infermieri, con cui l'assistente infermiere lavorerà a stretto contatto, sebbene siano quelle proprie di un operatore socio-sanitario.
Come si diventa assistente infermiere: la formazione
La figura dell'assistente infermiere necessita di un titolo da operatore socio-sanitario o equipollente. E deve seguire un corso di formazione aggiuntiva, materia di Regioni e Province autonome. Tra gli ambiti di competenza c'è la conoscenza di tecniche e interventi assistenziali di carattere sanitario e di primo soccorso, così come l'organizzazione con altri professionisti.
Il corso di formazione dura almeno 500 ore per un minimo di sei e un massimo di 12 mesi. La struttura prevede moduli didattici teorici di 200 ore, un tirocinio di 280 e non meno di 20 ore di esercitazioni-simulazioni. Chi opera già in contesti sanitari, socio-sanitari, socio-assistenziali o scolastici, può effettuare il tirocinio nella stessa struttura fino a un massimo del 30% delle ore richieste.
L'Oss che intende diventare assistente infermiere dev'essere in possesso di un diploma di scuola superiore e di un'esperienza pregressa di almeno due anni. Se così non fosse, il lavoratore deve aver maturato cinque anni di esperienza e dedicarsi a una formazione aggiuntiva di 100 ore su aree come rilevazione del dolore e delle cure di fine vita, preparazione e assunzione di prescrizioni terapeutiche e relazioni professionali.
L'esame di qualifica è diviso in una prova teorica e un'altra pratica. Sul fronte aggiornamento professionale, gli assistenti infermieri devono seguire corsi di minimo un'ora ogni mese. La formazione è da completare entro tre anni dal momento in cui è stata conseguita la qualifica.
Quali sono i compiti della nuova figura professionale
Tra i suoi compiti l'assistente infermiere collaborerà con gli infermieri e sarà responsabile della correttezza delle attività. Avrà come focus l'assistenza e il supporto gestionale, organizzativo e formativo in varie mansioni: dalla somministrazione dell'insulina fino al sostegno a pazienti tracheotomizzati.
Non mancano interrogativi sulle responsabilità legali, visto che gli assistenti infermieristici non sono riconosciuti formalmente come professionisti sanitari. "C'è il nodo del rispetto della legge Gelli sulla responsabilità sanitaria – commenta Michele Vannini, segretario nazionale Fp Cgil all'Adnkronos-. Gli assistenti non hanno copertura assicurativa e sono un passo indietro, non una risposta per far fronte alle carenze degli infermieri".