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Sanità, anche gli infermieri potranno prescrivere i medicinali

Si tratta di un’idea dell’Aifa: “Vogliamo aprire alla prescrizione dei farmaci da parte degli infermieri”. Ma la proposta deve passare da una modifica della legge del 2006, secondo cui solo i medici possono prescrivere i farmaci.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Anche gli infermieri dovrebbero poter avere la possibilità di prescrivere farmaci e presidii sanitari", possibilità che, "in molti paesi già esiste". La questione è stata sollevata da Mario Melazzini, direttore dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, nella conferenza dell'Ordine degli Infermieri. "Come vogliamo aprire alla prescrizione dei farmaci innovativi ai medici di famiglia, allo stesso modo vogliamo aprire alla prescrizione dei farmaci da parte degli infermieri, con modalità da approfondire. Per autorizzarli servirebbe però una modifica di legge". 

Melazzini ha poi spiegato che si tratta "di incoraggiare percorsi per mettere a disposizione degli infermieri la possibilità di dare farmaci utili per i pazienti" nell'ottica del grande cambiamento dell'assistenza che il servizio sanitario nazionale dovrà affrontare, in particolare per i malati cronici e agli anziani. Un cambiamento che, ha tenuto a sottolineare, ‘‘dovrebbe essere fatto ad esclusivo interesse del paziente e non della valorizzazione di una figura professionale. Si tratta però di una modifica che dovrebbe avvenire tramite un cambiamento delle norme del 2006 che indicano espressamente che i farmaci possono essere prescritti solo dai medici". L'idea è insomma è che i medici possano cedere parte delle proprie prerogative a vantaggio di un'altra categoria professionale. Il direttore dell'Aifa ha spiegato che "tutte le professionalità devono lavorare insieme: medici, operatori sanitari e soprattutto farmacisti". La figura dell'infermiere può essere impiegata per la farmacia dei servizi, dove non si vendono soltanto medicine ma si offrono una serie prestazioni sanitari (dalle prenotazioni a certi esami). "Chi meglio di questi professionisti può essere trait d'union tra le diverse professionalità sanitarie coinvolte nella prescrizione?", ha detto Melazzini.

Come ha spiegato l'Ansa in Italia mancano all'appello 50mila infermieri: 20mila in ospedale e 30mila per rendere efficiente l'assistenza continua sul territorio. Ma questa insufficienza, che mette a rischio l'assistenza dei pazienti e che si va accentuando con il passar del tempo, potrebbe arrivare a 70mila unità entro 5 anni. Questi i dati rilevati al primo congresso della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi). E la tendenza negli ultimi anni è stata quella di un progressivo calo.

La risposta degli infermieri

"È un argomento affrontato diversi mesi fa con l'Agenzia del Farmaco. Ci è stato chiesto di produrre un documento che potesse consentire ad Aifa di iniziare ad approfondire la tematica e, nel testo predisposto, abbiamo preso a riferimento le esperienze internazionali in materia, la Spagna in primis". È il commento di Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi).

Si tratta di "un documento riservato di lavoro, in cui è stata fatta un analisi dalla nostra su esperienze previste nella letteratura infermieristica". La Spagna, ha sottolineato, "è solo l'ultimo Paese che ha normato la prescrivibilità di alcuni farmaci da parte dell'infermiere, ma lo hanno fatto anche la Gran Bretagna, la Francia ed altri. Questi sono i riferimenti di cui si è discusso con Aifa. L'apertura c'è. Ora si tratta di rivisitare il quadro normativo". Quanto alla tipologia di farmaci da prescrivere, sottolinea Mangiacavalli, "sono da definire insieme ad Aifa. Quello che interessa in maniera prioritaria in Italia è la possibilità di prescrivere presidi e ausili per incontinenza, per le istomie, per l'alimentazione speciale, per le medicazioni avanzate, perché in questi settori gli infermieri hanno competenze specialistiche". In ogni caso si tratterebbe di farmaci "codificati da protocolli". Per il momento con i sindacati dei medici di questo non se ne è parlato, conclude la presidente Fnopi, "abbiamo solo iniziato un ragionamento con Aifa".

I medici sono contrari

"La prescrizione dei farmaci è e non può che rimanere atto medico" – ha detto il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli – "è una questione di garanzia nei confronti dei nostri pazienti e dei nostri sistemi sanitari. Diciamo un no forte e chiaro al task shifting, al trasferimento delle competenze professionali dal medico ad altre figure sanitarie". E il motivo sarebbe che in tutti i Paesi dove questo passaggio è già avvenuto "il risultato è stato un abbassamento di qualità dei Servizi Sanitari".

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