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Sangue No Vax per il bimbo malato, i genitori: “Nostra scelta terapeutica, negati i nostri diritti”

“La nostra è una scelta terapeutica, non si tratta di nessun tipo di rifiuto. Abbiamo avuto anche la perizia di tecnici esperti” ha sostenuto il padre del piccolo.
A cura di Antonio Palma
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Rispetteranno la decisione del giudice ma ritengono ancora di essere nel giusto i genitori del bimbo di Modena a cui il Tribunale ha sospeso la potestà genitoriale perché avevano chiesto che al bimbo fosse dato solo sangue no vax per le trasfusioni necessarie a un intervento chirurgico a cui deve essere sottoposto. "Siamo rimasti basiti per questa decisione, non pensavamo minimamente di perdere la potestà genitoriale, era una semplicissima richiesta basata anche su perizie di tecnici esperti nel campo" ha dichiarato infatti il padre del piccolo, intervistato nel corso della trasmissione tv "Dritto e Rovescio" su Rete 4. "La nostra è una scelta terapeutica, non si tratta di nessun tipo di rifiuto. Noi non abbiamo mai rifiutato niente, abbiamo sempre dato il consenso all'intervento e anche alla trasfusione purché il sangue provenisse da donatori non vaccinati con i nuovi vaccini anti covid" ha sottolineato il genitore del piccolo che soffre di problemi di cardiopatia.

Al centro di questa richiesta, negata del policlinico Sant'Orsola di Bologna dove il bimbo è ricoverato, vi è una doppia motivazione, una di tipo medico e una di tipo religioso. Da una parte la convinzione che il sangue di un vaccinato possa far male al bimbo, smentita a più riprese dall'ospedale, dall'atra quella che nei vaccini ci siano cellule di feti abortiti, anche questa però basata sulla disinformazione. "Vogliamo escludere qualsiasi tipo di complicanze che possono derivare da eventuali sostanze presenti nel sangue di donatori che si sono sottoposti ai vaccini anti covid" ha sottolineato infatti il padre del piccolo, rivelando inoltre che la famiglia si è rivolta anche ad alcuni periti che avrebbero confermato i loro dubbi. "Abbiamo avuto anche la perizia di tecnici esperti nel campo, ematologi, cardiologi e tecnici competenti in questo specifico settore, i quali ci hanno confermato da degli studi che effettivamente nel sangue plasma di soggetti di donatori vaccinati ci può essere la presenza della proteina Spike a distanza anche di tanto tempo e quindi vogliamo escludere qualsiasi tipo di complicanza" ha sostenuto l'uomo.

L'altra motivazione religiosa invece riguarda appunto la presunta presenza di feti nei vaccini. "Considerando che nello sviluppo e produzione di questi vaccini sono state utilizzate cellule fetali provenienti da feti abortiti volontariamente, noi nella nostra posizione e per la nostra sensibilità religiosa non volgiamo avere nessun tipo di collegamento a questo". Il padre del piccolo, che rifiuta l'etichetta di no vax e assicura che avrebbe accettato una trasfusione da vaccinato covid in caso di pericolo di vita imminente, ritiene che la decisione del giudice neghi i diritti del bimbo. "Naturalmente ci adeguiamo ai provvedimenti che sono stati presi, pur rimanendo nella convinzione che ci sia stata negata una nostra facoltà e dei nostri diritti e di quelli del bambino" ha dichiarato l'uomo.

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