Sangue infetto, i soldi spariscono: indennizzo addio?
Sono oltre 60mila le persone colpite da malattie infettive a seguite delle trasfusioni di sangue o vittime di prodotti emoderivati. È una delle grandi vergogne italiane, una strage silenziosa che cominciò ad emergere dall'oblio con il famigerato scandalo del "sangue infetto" all'inizio degli anni Novanta e poi via via, con Tangentopoli. Sacche di sangue non controllate adeguatamente o analizzate solo sulla carta venivano immesse nel mercato dei farmaci emoderivati. Una vicenda che ha portato tantissimi danni di cui ancora oggi è difficile comprendere la portata: il numero delle vittime è purtroppo sempre in aggiornamento, ancor oggi.
Sangue infetto, stop agli indennizzi da luglio 2014
Lo Stato ha istituito un fondo attraverso la legge 210/92, per risarcire le vittime del sangue infetto ammettendo in questo modo le proprie responsabilità nei confronti dei contagiata che, in moltissimi casi, hanno perso la vita. In tanti, circa 60 mila persone, hanno fatto richiesta di risarcimento ed attendono ancora il pagamento dell'indennizzo.
Dal 2001 lo Stato ha trasferito alle Regioni la competenza, un delega che però è risultata essere solo formale in quanto le risorse non sono mai state trasferite. Molte regioni hanno provveduto nelle proprie economie ad una parte dei pagamenti. Ma la crisi finanziaria degli enti regionali ed il piano di tagli che ha riguardato alcune regioni sulla spesa sanitaria ha rallentato ulteriormente i pagamenti. C'è chi attende da due decenni il pagamento dell'indennizzo ed intanto convive con Aids, epatite B, epatite C e tante altre malattie infettive contratte a causa delle trasfusioni o il trattamento da farmaci emoderivati.
Ora la conferenza delle Regioni ha detto basta. Lo scorso 17 aprile nell'ambito della conferenza della conferenza permanente per i rapporti tra Stato e Regioni, queste ultime hanno chiesto, attraverso un ordine del giorno che "che vengano definite e accertate le competenze dello Stato, siano garantiti a favore delle Regioni ed il rimborso di tutti gli oneri per gli anni 2012 e 2013 e che venga ripristinato il fondo per il pagamento per gli anni successivi". In buona sostanza non ci sono soldi e le Regioni e le provincie autonome non sono in grado di far fronte alla spesa per gli indennizzi. Infatti, in assenza del finanziamento statale, le Regioni e le Province autonome hanno continuato, dal 2012 ad oggi, ad erogare il pagamento degli indennizzi alle persone interessate, maturando un credito crescente nei confronti dello Stato che ammonta a oltre 325 milioni di euro complessivi per gli anni 2012 e 2013. Inoltre, per garantire il pagamento degli arretrati dovuti a titolo di rivalutazione dell'indennità integrativa speciale, il fabbisogno finanziario stimato dalle Regioni ammonta a oltre 200 milioni di euro e, in seguito ad una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, si dovrà garantire il pagamento di questi oneri entro il 3 giugno.
Comitati sangue infetto in rivolta contro lo stop agli indennizzi
I presidenti di Regione e delle Provincie Autonome annunciano lo stop alle erogazioni entro il 3 luglio prossimo. Nella nota diffusa dalla conferenza Stato – Regioni si legge "Finora tutte le iniziative intraprese in materia dalle Regioni e dalle Province Autonome non sono state accolte dal Governo e ormai non è più procrastinabile questa situazione di totale latitanza di relazioni e di rapporti di leale collaborazione istituzionale che consentano di affrontare e risolvere il problema". Si mobilitano anche i diretti interessati ovvero le vittime del sangue infetto. Il Comitato "Vittime sangue infetto" ha lanciato una petizione on line per chiedere al Ministero della Salute ed a quello dell'Economia di ripristinare il fondo e garantire le erogazioni dell'indennizzo. " A distanza di vent'anni – si legge nella petizione del Comitato Vittime del Sangue Infetto – la giustizia a rallentatore di questo paese ha fatto si che nessuno abbia ancora risposto penalmente alle oltre 4000 morti e alle centinaia di migliaia di persone che fin dagli anni 60 ai primi anni novanta hanno contratto patologie altamente invalidanti come Aids , epatite C ed epatite B attraverso la somministrazione di plasma, plasmaderivati e vaccini". I Radicali, insieme al comitato ed all'Associazione Luca Coscioni, avevano denunciato questa situazione già lo scorso anno in una conferenza stampa nell'aprile del 2013."Siamo alle solite – dichiara a Fanpage.it Andrea Spinetti presidente del Comitato vittime del sangue infetto – la Regioni sapevano di questa situazione da anni e non possono cascare dal pero. Mi auguro vivamente che entro luglio si sani questa situazione altrimenti vorrà dire che l'inerzia del ministro Lorenzin arriverebbe ad un livello inaccettabile nei confronti degli infettati. Un cinismo che non possiamo sopportare".