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Sangue infetto durante trasfusione in ospedale, eredi risarciti con 310mila euro dopo 49 anni

L’uomo era stato ricoverato per un intervento chirurgico e aveva ricevuto sacche di sangue che però, a causa di controlli all’epoca insufficienti, si rivelarono infette. La famiglia ha raggiunto un accordo dopo 49 anni col Ministero della Salute.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio
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Hanno dovuto attendere ben 49 anni per avere giustizia ma i familiari e gli eredi di una vittima di una trasfusione di sangue infetto in ospedale sono riusciti finalmente ad avere il risarcimento dal Ministero della Salute per le conseguenze patite dal loro congiunto, ormai morto nel 2019 per le conseguenze di una malattia epatica degenerativa.

Il caso si è chiuso a fine 2024 con un accordo transattivo tra il Ministero della Salute e la famiglia della vittima che ha chioso così l’azione legale che i parenti dell’uomo avevano intentato contro lo Stato per avere un risarcimento economico per quanto patito. I fatti oggetti dell’accordo risalgono agli anni ’70 quando gli scarsi controlli sul sangue donato portarono a diversi casi di trasfusione infette con conseguenze gravi e anche letali per le vittime.

Il caso oggetto dell’accordo transattivo riguarda un uomo di Imperia, vittima di trasfusioni di sangue infetto nel 1975, presso un ospedale in provincia di Savona. A quel tempo l’uomo era stato ricoverato per un intervento chirurgico e aveva ricevuto sacche di sangue che però, a causa di controlli all’epoca insufficienti, si rivelarono infette.

A seguito di quelle trasfusioni l’uomo contrasse una grave patologia epatica con conseguenze devastanti fino al decesso circa sei anni fa. Dopo due anni di processo presso il Tribunale di Genova, è stata accettata una proposta conciliativa che ha consentito agli eredi, la moglie e le tre figlie del defunto, di ricevere rapidamente il risarcimento di 310mila euro, calcolato secondo le tabelle del Tribunale di Milano.

“Questa transazione rappresenta un esempio significativo di come sia possibile ottenere giustizia anche per vicende tanto datate. È fondamentale che chiunque si trovi in situazioni simili si rivolga a professionisti esperti, capaci di fornire competenze specifiche” ha spiegato il legale della famiglia, l’avvocato Domenico Carotenuto. “Questo risultato conferma come una corretta analisi medico-legale possa fare la differenza nel riconoscimento dei diritti delle vittime di errori sanitari” ha spiegato invece Il prof. Nicola Maria Giorgio, medico legale di riferimento nella vicenda.

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