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San Vittore, i familiari del 21enne: “L’hanno ucciso”. L’autopsia, però, conferma il suicidio

I familiari del 21enne morto nel carcere milanese di San Vittore: “Non si è suicidato, l’hanno ucciso”. L’autopsia, però, conferma l’ipotesi di suicidio. Il fratello della vittima annuncia azioni legali: “Alessandro era in carcere senza un reale motivo”.
A cura di Carmine Della Pia
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I familiari del detenuto 21enne morto al carcere di San Vittore denunciano: “Alessandro è stato ammazzato, non si è suicidato”. Eppure, l’autopsia ha confermato, poco fa, il suicidio: il medico legale ha accertato che il ragazzo si è impiccato ed è morto rompendosi le vertebre cervicali. Sul cadavere del 21enne non è stata trovata traccia di eventuali violenze subìte, né lesioni che possano far sospettare che sia stato costretto ad uccidersi. Vincenzo, il fratello della vittima, era arrivato al Policlinico nella notte tra sabato e domenica. Nessuno aveva fornito spiegazioni sulla morte di Alessandro: “I carabinieri ci hanno chiamato quattro ore dopo dicendo di chiedere spiegazioni al cappellano della prigione”, ha spiegato il 24enne. Questa mattina, l’avvocato di famiglia, Antonio Romano, aveva annunciato: “Aspettiamo l’autopsia di oggi, ma non crediamo al suicidio, pensiamo sia stato ucciso e siamo pronti a intraprendere azioni legali. La detenzione non era neanche necessaria”. E’ di un’ora fa la notizia: l’autopsia ha confermato l’ipotesi di suicidio.

Familiari: in galera per reati mai commessi – Alessandro Gallelli, 22 anni, era stato trasportato al Policlinico con un’ambulanza, sabato scorso, nel pomeriggio. Il ragazzo, calciatore di San Vittore Olona, era in attesa di giudizio per reati minori. Il fratello Vincenzo ha parlato di “una rissa con la Polfer, a causa di un biglietto del treno non pagato, consumo di marjuana, molestie ai danni di minorenni, disturbi psicologici non accertati dalle perizie”. Per il familiare, Alessandro era stato messo in cella senza un reale motivo, perché le accuse contestate sarebbero tutte false: “Se è andato in carcere lui, ci può finire chiunque”. Alessandro aveva denunciato più volte di essere stato picchiato da altri detenuti, circostanza difficilmente comprensibile poiché il ragazzo era stato sottoposto a isolamento. Il giovane si è tolto la vita dopo una seduta psichiatrica. L’avvocato, poco dopo la notizia del suicidio, aveva affermato: “Qualora fosse vero, è inaccettabile che venisse picchiato da altri detenuti. Alessandro sarebbe dovuto essere controllato a vista”. Nonostante l’autopsia abbia confermato l’ipotesi di suicidio, il pm Giovanni Polizzi attenderà qualche giorno prima di rilasciare il nulla osta per la sepoltura: darà tempo ai familiari di decidere se nominare altri consulenti per ulteriori accertamenti.

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