San Valentino: ogni tre giorni una donna viene uccisa da una persona che ama
Ogni tre giorni e mezzo una donna muore per mano di una persona che ama. Secondo i dati diffusi dalle Forze di Polizia la quasi totalità dei femminicidi, delle aggressioni e degli stupri avviene nel contesto affettivo e familiare. È tra le pareti di casa e non nei vicoli bui che trovano sfogo la violenza, il sopruso, il ricatto. Ogni giorno, secondo le stesse fonti, si registrano 23 atti persecutori, 28 maltrattamenti, 16 episodi di percosse, 9 di violenze sessuali.
Nel 2016 gli omicidi di donne in ambito familiare sono stati 108, pochi di meno dei 111 del 2015 e dei 117 nel 2014; gli atti persecutori 11.400 nel 2016, contro gli 11.758 nel 2015 e i 12.446 nel 2014; sempre nel 2016 – in leggerissimo calo rispetto ai 12.890 nel 2015 e ai 13.261 nel 2014 – si contano 12.829 maltrattamenti in famiglia a danno delle donne; le percosse 13.146 nel 2016, 15.249 nel 2015, 15.285 nel 2014. Le violenze sessuali sono state 3759 nel 2016, 4000 nel 2015, 4257 nel 2014. Si tratta solo degli episodi denunciati.
Dati allarmanti che traducono in numeri l'orrore che la cronaca restituisce ogni giorno. Gli omicidi di Giulia Ballestri, del cui assassinio è accusato il marito, quello di Sara di Pietrantonio, strangolata e bruciata dal fidanzato e quello di Nelly Pagnussant, uccisa dal vicino e fatta a pezzi con una sega elettrica, hanno riempito le pagine della dei giornali per giorni evidenziando ciò che le statistiche confermano: sono le persone emotivamente e fisicamente più vicine gli autori delle peggiori violenze sulle donne. Sono proprio il contesto familiare e la vicinanza affettiva con l'aguzzino a confondre le vittime dissuadendole dal denunciare i maltrattamenti subiti. E la dinamica di violenza sommersa impedisce che si intervenga per tempo.
Per questo, oltre a sanzionare i comportamenti criminali, la Polizia è impegnata in una attività di informazione rivolta agli uomini e alle donne, che porti al superamento della mentalità di sopraffazione.