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Omicidio di San Martino di Lupari (Padova)

San Martino di Lupari, i coniugi Miatello massacrati a colpi di vaso in casa: la figlia non parla

La 51enne Diletta Miatello accusata di aver ucciso la madre, Angela Sarto di 84 anni, e ridotto in fin di vita il padre Giorgio, di 89 anni, è in carcere ma non ha ammesso nulla e si sarebbe rifiutata di rispondere a qualsiasi domanda.
A cura di Antonio Palma
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Sarebbero stati aggrediti prima a colpi di vaso e poi con i taglienti cocci di ceramica Giorgio Miatello e la moglie Maria Angela Sarto, i due pensionati trovati in una pozza di sangue nella loro abitazione San Martino di Lupari, nel Padovano, il primo gravemente ferito e la seconda senza vita.

A questa conclusione portano i primi rilievi nell’abitazione dei due coniugi e sul cadavere dell’84enne trovata morta in camera sua martedì mattina. Il medico legale incaricato dalla Procura, Rafi El Mazloum, ha fatto risalire l’ora del decesso tra la sera del giorno di Santo Stefano e le prime ore del mattino di martedì.

Una collocazione del delitto e dell’aggressione che aggrava la posizione dell’unica indagata per l’omicidio della donna, la figlia maggiore Diletta Miatello. In quelle ore infatti c’era solo lei in casa dei genitori, come hanno confermato la sorella minore, la prima a fare la macabra scoperta, e la colf.

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Diletta infatti era a casa dei genitori alle 8 del mattino quando la colf che doveva badare al padre allettato ha suonato al campanello dell’abitazione ma è stata mandata via con una scusa proprio dalla 51enne.

“Lei mi ha detto di aver bevuto il caffè con i genitori poco prima e che volevano dormire ancora. Mi ha detto di tornare a casa e io l'ho fatto” ha raccontato la 57enne che era stata contattata dalla famiglia per assistere l’89enne Giorgio Miatello, allettato per una precedente caduta e ora in condizioni disperare in terapia intensiva all'ospedale di Padova

La 51enne arrestata dai carabinieri e condotta nel carcere di Montorio veronese, al momento continua a fare scena muta di fronte a gli inquirenti. Non ha ammesso nulla e si sarebbe rifiutata di rispondere a qualsiasi domanda.

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Su di lei grava l'accusa di omicidio e tentato omicidio volontari, aggravati dal vincolo di parentela. Contro L'ex agente della municipale, attualmente in cura al centro di salute mentale di Cittadella ci sono le affermazioni della badante e della sorella minore ma anche i suoi comportamenti come l’allontanamento dalla casa prima della scoperta del delitto, il tentativo di non farsi rintracciare spegnendo il telefono e la fuga in un hotel dove è stata poi rintracciata.

Secondo gli inquirenti, il movente dell’aggressione e del delitto sarebbe da ricercare in motivi economici. Secondo i testimoni, le liti in casa per i soldi erano continue anche se non vi sarebbero state aggressioni fisiche.

Nelle ore precedenti al delitto, pare che la donna, senza lavoro, avrebbe pretesto il solito aiuto economico dei genitori che però non sarebbe arrivato proprio perché il padre aveva difficoltà a camminare a causa dell’infortunio e non era riuscito a prelevare denaro contante. Il sospetto è che di fronte questa mancata paga Diletta abbia perso la testa aggredendo i genitori.

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