San Filippo di Roma: giovane morto durante anestesia, aggrediti i medici
Negli ultimi mesi, la cronaca ha raccontato spesso di litigi tra medici in sala operatoria, che in alcuni casi hanno determinato complicazioni serie ai pazienti. Come possa succedere che professionisti discutano animatamente tra loro durante un'operazione chirurgia, è inimmaginabile; altrettanto lo dovrebbe essere, leggere di famiglie rivoltatesi contro i medici fino all'aggressione fisica.
E' quanto accaduto al San Filippo di Roma, sito in Piazza Santa Maria della Pietà, dove purtroppo sabato mattina è morto un ragazzo in sala operatoria. La famiglia ha atteso che l'intervento terminasse, ma quando l'anestesista, intorno alle 10, ha dato la tragica notizia ai parenti, questi le si sono rivoltati contro, aggredendo la donna e parte dell'equipe medica che ha eseguito l'operazione.
M.P, 29enne originario di Anzio, affetto da anemia mediterranea, sabato mattina ha subito un'intervento chirurgico di asportazione della milza. Secondo una prima ricostruzione, proprio durante la fase dell'anestesia, ci sarebbero state delle complicazioni: i medici avrebbero avuto difficoltà ad intubarlo e, nonostante il loro presto intervento, il giovane purtroppo è stato colpito da un arresto cardiaco. Quando è stata data la terribile notizia a parenti e amici, questi hanno preso a calci e a pugni l'anestesista, il chirurgo e un ausiliario, il quale ha riportato una frattura al naso. Solo l'intervento degli agenti della polizia ha evitato che la situazione degenerasse.
Lorenzo Sommella, direttore sanitario dell'Ospedale, ha raccontato: "E' successo che in fase di avvio dell'anestesia, il paziente abbia avuto un evento acuto, non sappiamo di che natura e lo chiarirà l'autopsia, in seguito al quale è morto nonostante tutti gli specialisti presenti siano stati chiamati per effettuare, tempestivamente, tutti i tentativi per rianimarlo. Purtroppo non c'è stato niente da fare". I genitori del ragazzo hanno comunque annunciato che presenteranno una denuncia.
Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale, si è rivolto ai carabinieri del nucleo Nas per chiarire quanto accaduto: "E’ sconvolgente non soltanto la morte di un paziente così giovane, ma anche l’aggressione che è seguita a danno dei medici. Dobbiamo fermarci e riflettere sul clima di caccia alle streghe che si è instaurato ormai da tempo. Come chirurgo ho purtroppo sperimentato il dolore e il senso di sconfitta di una morte in sala operatoria. E’ necessario però non creare tensione e stress tra i tantissimi medici, infermieri e tecnici che ogni giorno si presentano in corsia con l’unico scopo di aiutare chi soffre".
Sarà proprio questo il compito delicato dei Carabinieri, accertare che non ci siano state responsabilità oggettive, da parte dei medici, nella morte del giovane.