Saman, il fidanzato replica al padre che lo accusa: “Stupidaggini, se è innocente venga in Italia”
"La ragazza è stata rapita e uccisa. I genitori non c'entrano nulla e neanche la famiglia. È stato incolpato lo zio Danish, ma al momento né noi né voi possiamo dire cosa sia successo realmente. Per noi i colpevoli sono il fidanzato di Saman o qualcuno della comunità italiana".
A pronunciare queste parole, dopo la seconda udienza del processo in corso a Reggio Emilia per l’omicidio di Saman Abbas, è stato Akhtar Mahmood, l'avvocato di Shabbar Abbas, il padre della ragazza pakistana uccisa nel 2021 a Novellara.
Shabbar è attualmente in carcere in Pakistan, accusato del delitto della figlia e in attesa di estradizione, e dal Paese natale nega di avere responsabilità nella morte della figlia. Alle parole dell’avvocato ha replicato il collega che assiste Saqib Ayub, il fidanzato di Saman Abbas.
"Stupidaggini che non stanno in cielo né in terra. Ma se Shabbar è convinto che non sia lui il colpevole, si faccia estradare in Italia. Venga a difendersi anziché rimanere in Pakistan protetto da milioni di rinvii di udienza", le parole di Claudio Falleti riportate dal Resto del Carlino.
Secondo Falleti, l’avvocato di Shabbar non ha la più pallida idea di cosa sia successo qui non avendo letto neppure un atto processuale e ribadisce "le idiozie che dice il padre di Saman". "L’ho detto anche dieci giorni fa: Shabbar sta prendendo in giro il nostro Paese, con accuse infamanti contro l’Italia. Il Governo però ha deciso di glissare, scegliendo la linea del silenzio. Io avrei preso posizione", ha aggiunto l’avvocato del fidanzato.
Falleti critica anche la celerità con la quale lo Stato italiano ha concesso i permessi affinché venisse qui la compagna di Danish, l'uomo ritenuto l'esecutore materiale del delitto: "Il paradosso è che lo stesso Stato non accoglie la richiesta per portare qui i genitori di Saqib che sono realmente in pericolo in Pakistan dopo essere stati minacciati dalla famiglia Abbas".
Il processo per la morte di Saman Abbas riprenderà il 17 marzo con l'audizione dei primi testimoni indicati dalla Procura di Reggio Emilia. In quella data si capirà anche se sarà possibile processare in videoconferenza il padre della vittima.
Sulla richiesta di un videocollegamento con Shabbar dal Pakistan l’avvocato del fidanzato di Saman ha detto di volerlo vedere in aula: "Un’eventuale condanna sarebbe solo sulla carta. Sul Pakistan non abbiamo alcun controllo e potrebbero liberarlo in qualsiasi momento. E poi un’altra domanda: Nazia ce la siamo dimenticati in un angolino? Perché non la cercano?".