Saman Abbas, spunta l’intercettazione della madre: “Anche io e mio marito siamo morti lì”
"Io e tuo padre siamo morti lì”, così la mamma di Saman Abbas, Nazia Shaheen, si era rivolta al figlio nonché fratello della 18enne scomparsa, parlando di quei terribili momenti in cui, secondo l’accusa, avrebbero affidato la ragazza allo zio per farla uccidere.
La nuova intercettazione, dopo quella del padre di Saman Abbas che è emersa nei giorni scorsi, affiora dagli stessi faldoni dell’inchiesta della Procura di Reggio Emilia che ipotizza il reato di omicidio della diciottenne pachistana.
"Noi siamo morti sul posto" dice la donna parlando di sé e del marito, Shabbar Abbas, nella conversazione telefonica intercettata dai carabinieri.
Era la fine dell’agosto dello scorso anno, quattro mesi dopo la scomparsa di Saman, e Nazia Shah era al telefono con l'altro figlio che poi ha apertamente accusato i genitori dell'assassino della sorella.
È la prima volta dalla sparizione della 18enne che spuntano le parole dirette della donna che è sempre rimasta più defilata pur essendo imputata nel processo che inizierà nel febbraio del prossimo anno a Reggio Emilia, allo stesso livello degli altri quattro familiari della ragazza: oltre al marito, anche due cugini e uno zio, arrestati tra Francia e Spagna.
Secondo l’accusa, anche lei avrebbe partecipato alla preparazione del delitto e all'omicidio, attirando in trappola Saman e affidandola nelle mani dello zio.
Anche uno dei cugini di Saman arrestati, Ijaz, che ha raccontato a un compagno di cella i momenti dell’omicidio della 18enne, colloca Nazia Shaheen sul luogo del delitto.
Ijaz ha raccontato che la madre di Saman, in preda a una crisi di pianto, sarebbe stata allontanata dal marito dopo aver consegnato la figlia allo zio Danish Hasnain.
Nazia però non ha mai denunciato nulla. Sarebbe ora nel Punjab col marito, entrambi sono destinatari di un mandato d’arresto internazionale ma nel Paese avrebbero protezione e una nuova identità.