Saman Abbas, slitta ancora in Pakistan l’udienza per l’estradizione del padre: il motivo è religioso
Ancora niente da fare per l'estradizione di Shabbar Abbas, il papà di Saman, la 18enne pakistana scomparsa nel 2021 e trovata cadavere lo scorso novembre nei pressi di un casolare di Novellara, a pochi passi dalla casa in cui viveva con la sua famiglia.
Questa volta a causare lo slittamento del pronunciamento del magistrato di Islamabad, dove l'uomo è recluso dalla fine dello scorso anno, è stato l'anticipo delle festività religiose islamiche, l’Eid, la festa del sacrificio, che ha fatto sì che non sia stato ufficializzato il parere su cui poi dovrà esprimersi il ministero dell'Interno. Il deposito dovrebbe avvenire il prossimo 4 luglio.
Sono ormai mesi che si attende la decisione dei giudici pakistani. Alla domanda su fino a quanto si può far slittare l'udienza per l'estradizione, l'avvocato Barbara Iannuccelli che sta sseguendo la vicenda ha risposto a Fanpage.it: "All'infinito".
La legale proprio questa mattina aveva scritto su Facebook alla vigilia della decisione del tribunale di Islamabad: "Pensano di prenderci per stanchezza. Ma sbagliano. Questo processo è fatto di ore e ore di udienza in cui la soglia di attenzione deve rimanere identica dal primo all'ultimo minuto. Una unica immagine -guida: Saman sul lettino dell'obitorio. Nessuno cede e nessuno molla e sono circondata da colleghi straordinari:ognuno nel suo ruolo, certo, ma tutti guerrieri.Anche i testimoni non hanno fino ad oggi arretrato di un passo.Oggi la decisione sull'estradizione…poi lo Stato Pakistano".
Shabbar Abbas era apparso in collegamento video lo scorso 19 maggio con l'aula del tribunale di Reggio Emilia dove era in corso una delle udienze del processo sulla morte di Saman, in cui il padre è uno degli imputati, insieme allo zio Danish Hasnain e i cugini della 18enne, Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz, oltre alla mamma Nazia, unica al momento ancora latitante.