“Saman Abbas non fu uccisa per no alle nozze, la mamma possibile esecutrice materiale dell’omicidio”
Saman Abbas non è stata uccisa perché si oppose al matrimonio in Pakistan. È quanto si legge nelle motivazioni alla sentenza sull'omicidio della giovane per il quale sono stati condannati all'ergastolo i genitori, Shabbar e Nazia, attualmente ancora latitante.
Secondo i giudici della Corte d'Assise di Reggio Emilia, nelle specifico, "se vi è un dato che l'istruttoria e la dialettica processuale – le uniche deputate a farlo – hanno consentito di chiarire è che Saman Abbas non è stata uccisa per essersi opposta a un matrimonio combinato/ forzato", hanno scritto. Tuttavia, questo "è un elemento che nulla toglie e nulla aggiunge alla gravità del fatto, ma che corrisponde ad una verità che la Corte è tenuta a rilevare".
Dietro l'omicidio ci sarebbe la volontà della ragazza di continuare la sua relazione con Saqib. Il delitto sarebbe da "ancorare – anziché a una serie indeterminata di eventi, come sostenuto dall'accusa – all'epilogo ultimo della vicenda, consumatosi la sera del 30 aprile, quando i genitori, a causa anche delle videoregistrazioni delle chat effettuate da Haider, scopriranno che è ancora in corso la relazione con Saqib e che la figlia sta progettando di fuggire nuovamente, scoperta che poi condurrà alla discussione finale con Saman", si legge nelle oltre 600 pagine di motivazioni lette dall'Agi.
Il 19 dicembre scorso i giudici della Corte d'Assise di Reggio Emilia hanno pronunciato la sentenza nell'ambito del processo per l'omicidio di Saman Abbas, la 18enne di origini pakistane uccisa nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021 a Novellara e il cui cadavere è stato ritrovato a dicembre del 2022. I genitori sono stati condannati all'ergastolo, lo zio Danish Hasnain a 14 anni, mentre sono stati assolti i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, per i quali è stata stata ordinata l'immediata liberazione.
"Gli imputati Abbas Shabbar e Shaheen Nazia" hanno "letteralmente accompagnato la figlia a morire" e non "si esclude che sia stata" la madre "l'esecutrice materiale", si legge ancora nelle motivazioni della sentenza.