Saman Abbas, le immagini dello zio Danish che indica il luogo della sepoltura: “L’ha uccisa sua madre”
Nel filmato agli atti del processo che inizierà il 10 febbraio, si vede Danish Hasnain insieme agli agenti della polizia penitenziaria mentre indica alle forze dell'ordine il luogo esatto in cui è stato seppellito il cadavere di Saman, la 18enne di Novellara uccisa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato. Il filmato, trasmesso in via esclusiva dal TgR, risale al pomeriggio del 18 novembre, il giorno in cui il corpo è stato ritrovato.
Con le indicazioni fornite da Hasnain, zio della vittima già in carcere, i militari hanno iniziato a scavare fino al ritrovamento delle prime ossa. Le operazioni poi sono state interrotte in attesa dei Ris e degli archeologi forensi nominati dalla Corte d'Assise. Lo zio della 18enne ritenuto dagli inquirenti l'esecutore materiale dell'omicidio ha detto di non aver mai assassinato la nipote e di essere arrivato sul luogo della sepoltura soltanto in un secondo momento insieme ai cugini della vittima. Entrambi, secondo quanto da lui dichiarato, avevano dato la colpa alla madre di Saman, l'unica ancora latitante.
"Non voglio avere una condanna per colui che ha ucciso Saman" ha detto l'uomo davanti alle forze dell'ordine. "Quella sera – ha spiegato – Shabbar mi ha chiamato verso le 22.30 circa. Non ho risposto perché pensavo fosse ubriaco, dopo tante telefonate a cui non ho risposto ho spento il cellulare e mi sono messo a dormire. Mentre dormivo sono arrivati nella mia camera da letto Nomanulaq Nomanulaq e Jaz Kiram, che mi hanno svegliato e chiedo di andare a casa di Shabbar. Hanno detto che qualcuno era morto, senza dirmi chi".
Secondo quanto riporta Repubblica, Danish Hasnain avrebbe quindi seguito i nipoti fino alle serre dove sarebbe avvenuto l'omicidio. "Ho visto il cadavere di Saman, ho baciato la sua fronte. Volevo recarmi a casa di Shabbar con il corpo in braccio ma i cugini mi hanno fermato perché c'erano le telecamere e dicevano che mia nipote era stata uccisa dalla moglie di Shabbar".
"Nella casa abbandonata c'era già la pala per scavare la fossa, mi hanno chiesto di accompagnarli per aiutarli a scavare, ma io non riuscivo perché stavo male. Per il dispiacere piangevo, a un certo punto mi sono allontanato perché non riuscivo a guardare mentre la seppellivano. Dopo che ho raccontato queste cose non potrò più tornare in Pakistan perché gli uomini di Shabbar mi farebbero uccidere" ha concluso Hasnain.
Secondo gli inquirenti, però, la versione di Hasnain "non sarebbe credibile" e al momento vi sarebbe in corso una sorta di "scaricabarile" nel gruppo familiare che ha organizzato l'omicidio.