Saman Abbas, l’avvocato Iannuccelli (Penelope): “Non penso rivedremo mai i suoi genitori in Italia”
"È possibile che l'estradizione dei genitori non avvenga mai. Anzi, io penso che non vedremo mai i genitori di Saman in Italia". A parlare a Fanpage.it è Barbara Iannuccelli, avvocato dell'Associazione Penelope, che si è costituita parte civile nel processo che prenderà il via a febbraio relativo alla morte della 18enne pachistana, scomparsa a fine aprile 2021 e di cui sarebbero stati rinvenuti i resti nei pressi di un casolare a Novellara, a pochi passi dalla casa dove viveva con la sua famiglia.
In attesa che arrivi la conferma che quel corpo appartiene a Saman Abbas dalle analisi del Dna, gli occhi sono puntati sul Pakistan, dove si trova il padre della ragazza, Shabbar: dopo essere fuggito insieme alla moglie Nazia dopo la scomparsa della figlia, è stato arrestato nel Punjab il mese scorso. Da allora, le quattro udienze a cui ha preso parte sono state rinviate. La prossima ci sarà il 10 gennaio: se i giudici pachistani non prenderanno una decisione sarà difficile che l'uomo venga estradato in Italia.
Questo perché l’ordinamento giuridico pakistano prevede che i termini per l’estradizione scadano due mesi dopo l’arresto. "Credo che non rivedremo mai i genitori di Saman in Italia. La mamma non è ricercata e non è nemmeno interessata da questi atti e procedimenti che ci sono in Pakistan – ha spiegato l'avvocato Iannuccelli -. L'unica speranza per il padre è che, essendo dal 2016 punito il reato dell'omicidio per onore, Shabbar subisca comunque un processo a Islamabad. Ma quanta forza possono avere in Pakistan le prove raccolte dalla Procura di Reggio Emilia? Un conto è inserire due soggetti che sono imputati a titolo di concorso con altri all'interno dello stesso processo per cui si può creare una valutazione più complessiva di ogni singola prova, un altro è invece analizzare una posizione singola. Per cui la vedo grigia questa situazione per i genitori di Saman".
Le prove cui si riferisce la legale sono le intercettazioni e i video che mostrano i genitori della 18enne consegnarla a qualcun altro. "Ma sono le uniche prove oggettive, contro le quali la difesa potrebbe comunque intervenire, e non so quanto possano fondare una incolpazione per omicidio in Pakistan".
Cosa potrebbe succedere a questo punto in Italia? "Il processo nel nostro Paese si può svolgere a carico dei genitori di Saman anche senza la loro presenza fisica – ha concluso Iannuccelli -. Ma io vado oltre: se analizzando tutti i tasselli di questo puzzle che verrà costruito nella corte d'assise di Reggio Emilia risulterà la responsabilità dei genitori, come faremo ad eseguire una sentenza di condanna? È questa la cosa più triste che mi sovviene. Il processo ci sarà ma se arriverà una condanna e nel frattempo il Pakistan non avrà preso una decisione, rimettendolo in libertà, come faremo a trovarlo per eseguire questa sentenza? Quando ciò accadrà sarà un problema perché avremo giustizia sulla carta che non corrisponderà a una giustizia fattuale".