Saman Abbas, l’avvocato dello zio Danish: “Perché al processo chiederò verifiche sulle telecamere”
Le nuove dichiarazioni rese pubbliche da Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas, accusato di omicidio volontario e soppressione di cadavere in merito alla morte della 18enne pakistana, non cambieranno nulla nell'iter giudiziario che attende il 36enne. Ne è certo l'avvocato difensore di Hasnain Liborio Cataliotti, che a Fanpage.it spiega come il racconto fornito dall'uomo che ha permesso il ritrovamento del cadavere di Saman lo scorso novembre dovrà essere oggetto di accertamenti nel processo che avrà inizio il prossimo 10 febbraio a Reggio Emilia.
“Io chiederò di verificare la versione del mio cliente con tutti gli strumenti che un processo mette a disposizione – le parole del legale a Fanpage.it – a partire da quelli tecnico-scientifici. E in questa prospettiva va letto il contributo al rinvenimento del cadavere che ha reso possibile gli accertamenti di cui tutti sapete e altri di cui invece non sapete che però non posso dire perché non sono nel fascicolo del dibattimento”.
Danish Hasnain dal carcere di Reggio Emilia dove si trova dopo l'arresto, avvenuto a Parigi lo scorso settembre, ha indicato agli inquirenti il casolare in cui era stata sepolta Saman. Il cadavere sarebbe stato messo lì dopo l'omicidio avvenuto la notte tra il 30 aprile e l'1 maggio a Novellara: ad ucciderla, sempre secondo il racconto fornito agli inquirenti, sarebbe stato il padre della 18enne, Shabbar Abbas.
L'uomo si trova in Pakistan, dove era fuggito dopo la morte di Saman e dove è stato arrestato, in attesa della decisione del tribunale di Islamabad sulla sua estradizione. “Noi siamo in attesa di sapere cosa accadrà come tutti – spiega l'avvocato Cataliotti – ovviamente mi auguro che ciò avvenga in quanto avvocato di uno degli imputati perché questo significa che potrebbe chiarire la dinamica dei fatti”.
“Desse la sua versione davanti all'autorità giudiziaria come ormai quasi tutte le parti processuali stanno dando – continua il legale – semplicemente perché avere tutte le versioni rende i fatti verificabili. Secondo l'avvocato di Danish Hasnain, le numerose dichiarazioni di quest'ultimo andranno verificate in contraddittorio, cosa che non è stata fatta finora: “Noi siamo orientati a chiedere la veridicità della versione resa dal mio cliente, con tutti gli strumenti che ne consentano la verifica – spiega – lui parla di tragitto? Si verifichi se è possibile, si verifichi la tempistica, il positioning del telefono”.
Si tratta di accertamenti che sono stati svolti unilateralmente e su cui chiederà lumi proprio in fase di processo. “Che si verifichino le immagini e gli orari delle telecamere – le sue parole – che dicono abbiano valore probante, noi chiediamo di verificarli coi tecnici per rendere riscontrabile nell'interesse di tutti la versione del mio cliente”