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Omicidio Saman Abbas

Saman Abbas, la decisione sull’estradizione del padre arriverà solo dopo la fine del Ramadan

Si dovrà aspettare almeno al 26 aprile per una decisione sull’estradizione di Shabbar Abbas, il padre di Saman attualmente in carcere in Pakistan accusato in concorso con la moglie e altri tre parenti dell’omicidio della figlia a Novellara.
A cura di Susanna Picone
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Saman Abbas e il padre Shabbar
Saman Abbas e il padre Shabbar
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Non è arrivata nell’udienza di oggi e si dovrà aspettare almeno al 26 aprile, dopo la fine del Ramadan, per una decisione sull’estradizione di Shabbar Abbas, il padre di Saman che è attualmente in carcere in Pakistan accusato in concorso con la moglie e altri tre parenti dell'omicidio della figlia a Novellara (Reggio Emilia).

La prossima udienza in Pakistan è stata fissata per il 18 aprile e per quel giorno il giudice ha intimato a Shabbar Abbas e all'accusa il deposito di memorie scritte. L'udienza successiva in programma è quella del 26 aprile e potrebbe appunto essere quella decisiva per la decisione sull'estradizione.

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Non è per il momento arrivata neppure una decisione su come potrà partecipare Shabbar Abbas al processo per l’omicidio di Saman in corso a Reggio Emilia. Il ministero della Giustizia del Pakistan deve ancora esprimersi in maniera definitiva sulla fattibilità tecnica del collegamento in videoconferenza per il quale l'uomo ha dato però il suo assenso.

Una risposta definitiva su questo potrebbe arrivare domani. Se arriverà una risposta positiva non è escluso che il padre di Saman possa essere sentito al processo di Reggio Emilia già nell’udienza di venerdì 14 aprile, oppure in una delle udienze successive.

Intanto nei giorni scorsi sono terminate, dopo 140 giorni dal ritrovamento del cadavere della diciottenne pachistana (avvenuto il 18 novembre scorso su indicazione dello zio Danish Hasnain) le operazioni investigative nel casolare di Novellara.

I Carabinieri sul luogo in cui è stato trovato il cadavere
I Carabinieri sul luogo in cui è stato trovato il cadavere

I carabinieri abbiano lasciato il presidio permanente davanti al rudere, durato quasi cinque mesi. L’edificio, che dista mille passi dall'abitazione dove viveva Saman con la famiglia, resta sotto sequestro della magistratura.

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