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Omicidio Saman Abbas

Saman Abbas, il processo per l’omicidio riprende a settembre: cosa è emerso finora e cosa succederà

Il punto dell’avvocato Barbara Iannuccelli a Fanpage.it sul processo relativo all’omicidio di Saman Abbas che andrà in pausa fino all’8 settembre, quando verrà sentito il fratello minore della ragazza: “La sua è una testimonianza chiave, speriamo non cambi versione. I genitori di Saman? Nessuna notizia sul loro destino”.
A cura di Ida Artiaco
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Danish Hasnain (a sinistra), Saman Abbas (al centro) e Shabbar Abbas (a destra)
Danish Hasnain (a sinistra), Saman Abbas (al centro) e Shabbar Abbas (a destra)
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"Quello che è emerso finora dal processo sull'omicidio di Saman Abbas è il fallimento di un intero sistema. La ragazza si sarebbe potuta salvare se si fosse intervenuto in maniera diversa. Tra i momenti più tristi in aula i 40 minuti di monologo dello zio Danish. C'è attesa per la testimonianza del fratello minore della 18enne, speriamo non cambi la sua versione: è l'unico testimone oculare dell'intera vicenda".

A parlare a Fanpage.it è l'avvocato Barbara Iannuccelli, attuale legale rappresentante di Saquib, il fidanzato di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa nel 2021 e trovata cadavere nei pressi di un casolare di Novellara lo scorso novembre.

La quale ha fatto il punto sul processo per l'omicidio della giovane, nel quale sono imputati il padre Shabbar, attualmente detenuto in Pakistan e in attesa di estradizione, insieme allo zio Danish Hasnain e i cugini della 18enne, Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz, oltre alla mamma Nazia, unica al momento ancora latitante, in corso presso la corte d'Assise di Reggio Emilia e che subirà una pausa che durerà fino al prossimo 8 settembre, giorno in cui è stato fissato l'interrogatorio del fratello minore di Saman.

Saman Abbas
Saman Abbas

Avvocato Iannuccelli, cosa è emerso finora dal processo Saman Abbas?

"Finora è emerso, facendo un'analisi dall'inizio, il fallimento di un intero sistema. Saman sin dal 2020 aveva chiesto aiuto e anzi il ragazzo afghano che si trova in Belgio fu il primo ad attivare l'alert con le autorità relativamente alla situazione che stava vivendo la ragazza. Poi da quel momento si sono succedute tutta una serie di interventi, con Saman che è stata mandata in comunità e il decreto penale di condanna per i suoi genitori per un tentativo di induzione al matrimonio forzato. Ma non sono stati interventi efficaci.

Solo per fare un parallelismo, nelle scorse settimane ho seguito un caso simile, relativo a una ragazza indiana. Qui non c'è stata la contestazione di un tentativo di induzione al matrimonio forzato, quindi l'applicazione di una semplice multa ai genitori. In primis, la Procura di Modena si è attivata con un divieto di avvicinamento a carico degli stessi genitori e il reato contestato nel processo che partirà a settembre è di maltrattamenti, il che prevede reclusione da tre a sette anni.

Io non so se l'atteggiamento della Procura di Modena per questa ragazza sia dovuto effettivamente ad un effetto Saman o se anche senza Saman avrebbe agito nello stesso modo. So solo che la differenza di approccio a questo tipo di problematica ha salvato la vita a questa ragazza indiana e portato alla morte Saman. Posso dunque dire che Saman avrebbe potuto essere salvata come è stata salvata questa ragazza indiana".

E dal punto di vista processuale?

"All'ultima udienza l'avvocato di Nomanulhaq, Luigi Scarcella, ha mostrato quello che era l'intervento dei vigili del fuoco subito dopo che Danish ha fatto trovare il corpo di Saman, evidenziando quella che era una alterazione totale di tutto il contesto e di una scena che se fosse rimasta intatta avrebbe potuto consentire accertamenti migliori. C'è stata una grande reazione del Procuratore Pace rispetto a questa evidenziazione, perché lascia il tempo che trova perché effettivamente, dopo che il corpo era stato segnalato da Danish, quelli sono stati gli interventi effettuati.

Ciò che ha impressionato sono stati anche i 40 minuti di dichiarazioni spontanee dello zio Danish. Nel nostro sistema processuale un imputato se vuole spiegare la propria posizione ha la possibilità di essere esaminato, si chiama per l'appunto "l'esame dell'imputato", che presuppone che chiunque voglia possa fare delle domande in quel momento. Invece Danish si è trincerato dietro le dichiarazioni spontanee, c'è stato un monologo senza alcuna possibilità da parte dei difensori di parte di fare domande.

È stato un atto di vigliaccheria assoluto anche se il diritto glielo consente. Sono stati 40 minuti durante i quali l'intera aula della Corte d'Assise di Reggio Emilia è stata in ostaggio di questa persona che ha cominciato a sputare fango su tutti i protagonisti della vicenda, inclusi il fidanzato di Saman, Saquib, e il capo dell'Ucoii, accusandolo di chiedere soldi. È stata davvero uno delle parti più tristi di questo processo".

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Cosa succederà adesso?

"Noi abbiamo questo rush finale di udienze fittissime perché c'è il pericolo della scadenza delle misure cautelari. Basti pensare che dall'udienza preliminare del 17 maggio 2022 la prima udienza davanti la corte d'Assise è stata fissata 9 mesi dopo, per cui abbiamo perso un sacco di tempo. Poi, certo, è stato ritrovato il corpo di Saman il che ha stravolto tutto ma non riusciamo a  comprendere queste tempistiche.

Sarà molto importante la testimonianza del fratello di Saman, per il quale però, nonostante l'avvocato difensore abbia chiesto che venga sentito in modalità protetta, la presidente non ha accolto questa richiesta. Per cui a differenza di Danish che ha potuto parlare liberamente, il povero ragazzo sarà buttato nel recinto dei leoni con domande incrociate da parte di tutti. Così come il nostro Saquib che già aveva reso in incidente probatorio e non comprendiamo cosa possa aggiungere anche rispetto all'evolversi dell'attività investigativa".

Quella del fratello di Saman potrà essere una testimonianza chiave?

"Che la sua testimonianza sarà chiave ce lo dice lui sin dal giugno del 2021. Ha affermato di aver visto Danish mettere una mano sulla bocca di Saman. Quando gli è stato chiesto se ci fossero altre persone, lui ha risposto di sì ma non ricorda chi fossero per cui sin dall'inizio è l'unico testimone oculare della vicenda. Lui ha riferito anche che Danish, la notte della scomparsa di Saman, si è rimesso a letto con lui dicendogli che la sorella non esisteva più e che non doveva preoccuparsi.

Rispetto a quello che ha già detto spero che non cambi versione anche e soprattutto alla vista dei suoi parenti in aula. La psicologa che lo ha assistito ha parlato di stress post traumatico a cui il ragazzo è stato sottoposto, anche perché è stato prima indagato, poi prosciolto, poi è scappato con lo zio ma non è riuscito nella fuga con Danish perché fermato alla frontiera a Ventimiglia in quanto minorenne. Credo che soprattutto il passaggio da indagato a testimone chiave possa rendere zoppa la validità giuridica delle sue dichiarazioni".

I genitori di Saman all'aeroporto di Malpensa il giorno dopo la scomparsa
I genitori di Saman all'aeroporto di Malpensa il giorno dopo la scomparsa

Tra gli imputati l'unica latitante continua a essere la madre di Saman, Nazia. Non sappiamo altro?

"Resta il fantasma di questa storia. Io so per certo, parlando con chi si occupa di intermediazione culturale, che una donna non la consegneranno mai. Non c'è memoria di una donna pakistana in carcere. C'è l'idea che la donna non sia consegnabile né possa andare in prigione. Inoltre, nonostante il sì tecnico all'estradizioni del papà di Saman, Shabbar, purtroppo notizie sul destino dei genitori della ragazza non ce le abbiamo".

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