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Omicidio Saman Abbas

Saman Abbas, il fidanzato che ora vive in un luogo protetto: “Il padre è un uomo pericoloso”

Le minacce alla sua famiglia e le ire per la storia con lui. Così Ayub Saquib, il fidanzato di Saman, sul padre della 18enne dopo l’intercettazione in cui lo si sente parlare dell’omicidio della figlia.
A cura di Chiara Ammendola
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Saman e il fidanzato che la famiglia non accettava
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Shabbar Abbas è un uomo pericoloso che sarebbe legato anche alla mafia pakistana. A dirlo Ayub Saquib, il fidanzato di Saman, la 18enne scomparsa il 30 aprile 2021 da Novellara e per il cui omicidio saranno processati il prossimo febbraio cinque famigliari: i genitori, lo zio e due cugini. Saquib, 23 anni, oggi vive in un luogo protetto nel Nord Italia e si è costituito parte civile al processo.

È con lui che Saman è ritrattata in un'immagine che avrebbe scatenato le furie dei genitori, così come emerso da alcuni atti ammesso al processo e trapelati ieri. I due, dopo una conoscenza avvenuta su Tik Tok nell'agosto 2020, si sarebbero incontrato nel febbraio dell'anno successivo e poi ancora ad aprile: si amavano e volevano stare insieme ma la famiglia di Saman non accettava e mai avrebbe accettato quella storia. In un'occasione Shabbar Abbas avrebbe anche raggiunto il Pakistan per minacciare i genitori del 23enne: "Se vostro figlio non lascia Saman sterminiamo tutta la famiglia".

“In un bacio tra due ragazzi non c’è nulla di male – spiega a Corsera Claudio Falleti, l'avvocato di Saquib – il problema è contestualizzarlo in una mentalità arcaica come quella del clan Abbas. Non è stato quello l’evento che ha portato a ciò che poi è accaduto…”. Il bacio tra i due fidanzati scambiato mentre erano a Bologna e immortalato in uno scatto è infatti al centro della testimonianza resa da un cugino ai carabinieri di Reggio Emilia che lo avrebbe indicato come motivo della furia dei genitori di Saman.

A questo elemento si aggiunge anche una intercettazione in cui si sente Shabbar pronunciare mentre dal Pakistan parla al telefono con un parente in Italia: “Ho ucciso mia figlia”. Parole che però non sarebbero affatto una confessione come spiegato a Fanpage.it dall'avvocato Simone Servillo che difende la madre e il padre di Saman che ad oggi sono ancora latitanti in Pakistan.

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