Saman Abbas è morta strozzata o strangolata: la relazione dei periti sui resti ritrovati a Novellara
Saman Abbas è morta strozzata o strangolata. È questa la conclusione alla quale sono arrivati Cristina Cattaneo e Biagio Eugenio Leone, i periti nominati dalla Corte di assise di Reggio Emilia.
La relazione firmata dal medico legale e dall'anatomopatologica è stata depositata in vista dell'udienza di venerdì e contiene i risultati dei lunghi e approfonditi esami effettuati sui resti ritrovati lo scorso novembre in un casolare a Novellara, vicino alla casa dove la giovane viveva con la famiglia.
Il corpo di Saman secondo la Procura di Reggio Emilia è stato sotterrato subito dopo l'omicidio avvenuto nella notte tra il 30 aprile e l'1 maggio 2021. Della sua morte devono rispondere cinque famigliari, il padre, la madre, due cugini e uno zio, accusati di omicidio volontario e soppressione di cadavere.
“Se c'è qualcosa che ci ha sorpreso nella lettura della perizia? No, assolutamente no, anche perché mi era già stata anticipata dal mio consulente di parte ed è in linea con quello che ha riferito il mio cliente e, quindi, con le nostre previsioni”, questo il commento di Liborio Cataliotti, avvocato dello zio della giovane, Danish Hasnain.
“Si dà atto del fatto che, del tutto verosimilmente, quella sia stata la causa del decesso perché – ha aggiunto – l'emorragia darebbe conto del fatto che lo strangolamento e la rottura dell'osso ioide sia avvenuta in vita, perché altrimenti non si sarebbe prodotto l'effetto emorragico e quindi è assolutamente in linea con quello che noi penavamo fosse. Purtroppo, quanto meno questa bozza di perizia, non può dare conto del fatto che sia avvenuta, perché non lo dice, da parte di uno o più persone e a mani nude o con strumenti. Questo non viene detto, però è assolutamente in linea con quello che prevedevamo”.
Il processo si sta tenendo in queste settimana e nel corso di una delle ultime udienze è stato ascoltato anche il luogotenente Antonio Matassa, comandante del Norm della compagnia dei carabinieri di Guastalla, che ha ricordato la testimonianza chiave del fratello minore di Saman, che ora si trova in una comunità protetta.
Fu lui il primo a raccontare quanto accaduto alla sorella. Era il 15 maggio 2021 e dopo un'ora di audizione disse: “Adesso vi dico tutta la verità”. Da quel momento il ragazzo iniziò a parlare "in maniera libera", senza neppure ricevere domande. "Sembrava che si stesse liberando", ha raccontato il comandante del Norm della compagnia di Guastalla. Tra gli imputati c'è anche il padre di Saman che è attualmente detenuto in Pakistan dove è stato arrestato e dove era fuggito con la moglie.