Saman Abbas, condannati all’ergastolo i genitori della 18enne: 14 anni allo zio, assolti i cugini
Per Shabbar Abbas e sua moglie Nazia Shaheen è arrivata la condanna all'ergastolo per l'omicidio della figlia 18enne Saman Abbas, la ragazza morta nel 2021 dopo essersi opposta a un matrimonio combinato. Condanna a 14 anni di carcere per lo zio Danish Hasnain, assolti invece i cugini di cui è stata ordinata l'immediata liberazione. I genitori sono stati ritenuti dalla Corte mandanti dell'omicidio della figlia. Lo zio Danish esecutore materiale del delitto.
Oggi, dopo un'ora e quaranta minuti di dichiarazioni spontanee da parte del padre di Saman Abbas alla Corte di assise di Reggio Emilia, la Corte si era ritirata per la sentenza che è arrivata dopo quasi cinque ore di camera di consiglio. Gli imputati, oltre a Shabbar che ha rilasciato dichiarazioni in italiano, sono lo zio Danish Hasnain, i cugini della ragazza, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, e la madre che risulta ancora latitante. Tutti gli imputati, eccetto ovviamente la madre, erano presenti in aula alla lettura della sentenza.
Sentenza Saman: cugini in lacrime, il padre senza parlare
I cugini di Saman, scarcerati immediatamente, sono usciti dall'aula in lacrime, abbracciando i loro difensori. Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz erano detenuti, dopo essere stati arrestati all'estero, perché accusati di aver partecipato al seppellimento del cadavere di Saman. Per i giudici, invece, sono estranei ai fatti. Shabbar Abbas, il padre di Saman, condannato all'ergastolo, ha invece lasciato l'udienza senza parlare e subito dopo la lettura della sentenza.
Lo zio Danish Hasnain è stato riconosciuto autore materiale dell'omicidio di Saman ma ha avuto una pena di 14 anni perché ha beneficiato dello sconto di pena dovuto al rito abbreviato anche se i giudici glielo avevano negato. Questo perché, ha spiegato il suo difensore, Liborio Cataliotti, sono venute meno le aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti e futili che avrebbero impedito il rito, e sono state riconosciute le attenuanti generiche.
Processo Saman: le testimonianze e le richieste dell'accusa
Fondamentale per delineare la dinamica del delitto è stata la testimonianza del fratello della vittima, all'epoca dei fatti ancora minorenne. Assistito dall'avvocato Valeria Miari, ha raccontato di aver sentito il padre parlare della fossa da scavare, invitando poi i cugini e lo zio della 18enne ad evitare dietro le telecamere, costringendo anche il figlio a fare lo stesso. L'adolescente, oggi maggiorenne, sarebbe stato costretto a restare sull'uscio mentre la sorella veniva uccisa per non essere ripreso.
Per Shabbar e sua moglie era stato chiesto l'ergastolo, 26 anni per gli altri tre imputati: per lo zio Hasnain, è stato chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche, in equivalenza alle aggravanti, alla luce della collaborazione che prestò agli inquirenti per far trovare il cadavere della vittima, mentre i due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq, erano state chieste le generiche equivalenti alle aggravanti in relazione alla loro giovane età e per la sudditanza nei confronti dei due parenti più vecchi.