Saman Abbas, diciotto anni, è scomparsa nella notte tra il 30 aprile ed il 1° maggio 2021 da Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Lo scorso 23 aprile è stato chiesto, mediante contestazione del reato di omicidio e soppressione di cadavere, il rinvio a giudizio dei genitori, Nazia e Shabbar Abbas, dello zio Danish e di due cugini. Nonostante ad oggi, dopo mesi di ricerche, il suo corpo non sia stato ancora ritrovato.
A quasi un anno dalla scomparsa è stato reso noto un video registrato dalle telecamere di video sorveglianza. La ragazza è viva, ma lo sarà ancora per poco.
Che cosa ci racconta, oltre al dramma, quel filmato di due minuti e ventisette secondi?
Sicuramente è possibile provare a svolgere, nei limiti, un’analisi di tipo comportamentale. Quest’ultima consente di tracciare le emozioni e i sentimenti in gioco. Oltre a confermare la terribile fine fatta da Saman.
L’elemento più semplice da cogliere è la scelta degli abiti da parte della madre e della figlia. Abiti che testimoniano l’insormontabile divario tra la giovane e la sua famiglia di origine. Fino ai suoi ultimi istanti di vita, Saman ha scelto di prendere le distanze, di non sottostare alle tradizioni della sua cultura d’origine. Difatti, proprio i vestiti indossati dalle due donne, rendono evidente lo scontro tra culture.
L’altra indagine, un po’ più complessa, riguarda l’andatura dei protagonisti. Un occhio attento potrà notare come quella di Saman sia esitante. I suoi passi si bloccano al secondo quattro. E proprio questo suo bloccarsi induce la madre a spingerla facendo leva sullo zaino. Ma, al secondo diciassette, Saman si arresta nuovamente.
Nel campo dell’analisi comportamentale l’andatura esitante equivale all’andatura dello sconfitto: schiena ricurva, spalle piegate. Ma vi è di più. Se si osservano i piedi di Saman si potrà notare come gli stessi si trascinino a piccoli passi. Fare piccoli passi è tipico di chi cerca di verificare tutto meticolosamente. Dunque, se si contestualizza, Saman non ne poteva avere la certezza, ma aveva il fondato timore di andare incontro al suo orribile destino.
Radicalmente opposto è l’agire di Nazia e Shabbar Abbas. Entrambi hanno un portamento dritto, i piedi ben piantonati a terra e un passo deciso. Il padre tiene anche la testa alta. Quindi, in quel video, i due genitori assumono un portamento e un’andatura tipica di chi è sicuro e cosciente dei propri mezzi. Così argomentando, è evidente come entrambi siano decisi a lavare con il sangue l’onorabilità del "clan Abbas". Onorabilità, secondo la loro impronta culturale, lesa dalla figlia. E il ritorno del padre, al termine del video, con lo zaino di Saman, ne è la conferma.
Saman aveva solo diciotto anni ed è stata uccisa dalla sua famiglia perché voleva essere libera di pensare, di scegliere e di vivere.