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Omicidio Saman Abbas

Saman Abbas, chiesto l’ergastolo per i genitori della 18enne di Novellara, 30 anni per lo zio e i cugini

Chiesta la condanna all’ergastolo per Shabbar Abbas e per la moglie Nazia, i genitori di Saman, la 18enne di Novellara uccisa per essersi opposta a un matrimonio combinato. Condanna a 30 anni chiesta per lo zio Danish Hansnain e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Chiesta la condanna all'ergastolo per i genitori di Saman Abbas, la 18enne uccisa a Novellara per essersi opposta a un matrimonio combinato. I familiari a processo con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere sono 5: il padre, Shabbar Abbas, arrestato in Pakistan dopo mesi di latitanza, la madre Nazia, ancora latitante, i due cugini e lo zio Danish Hasnain, esecutore materiale del delitto secondo l'accusa. Per lui e per i due cugini della ragazza sono stati chiesti 30 anni di reclusione.

La pm: "Il padre fu il mandante dell'omicidio"

Secondo la pm Lara Galli, il padre di Saman "Non poteva essere l'esecutore materiale dell'omicidio perchè ci volevano almeno due minuti per strozzare la ragazza e non è mai stato fuori dalle telecamere". Secondo la pm, che ha fatto riferimento al video in cui si vede la 18enne uscire di casa con i genitori, sarebbe stata lei l'unica a "sparire" dal raggio d'azione della telecamera di sorveglianza. Per lui, la pm ha individuato un concorso morale, ma anche materiale, poiché avrebbe agevolato l'esecuzione consegnandola all'assassino, Danish Hasnain, che aveva ricevuto mandato.

La richiesta di 30 anni di reclusione per zio e cugini

Il procuratore Calogero Gaetano Paci e la pm Laura Galli hanno chiesto alla Corte d'Assise di Reggio Emilia di condannare a 30 anni di carcere  anche Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq. A questi tre imputati sono state riconosciute le attenuanti equivalenti alle aggravanti. L'accusa è di averla uccisa perché rifiutò un matrimonio forzato con un uomo in Pakistan.

Il procuratore Paci: "Saman voleva la libertà"

Secondo il procuratore Paci, Saman è "come le donne vittime della mafia alla cui logica avevano osato ribellarsi". "Quella di Saman è una figura universale e per certi versi assimilabile a quella di tante persone che hanno osato sfidare la cappa opprimente all'interno di circuiti familiari viziati da sistemi pseudovaloriali, come Rosalia Pipitone, uccisa a Palermo dal padre che organizzò una finta rapina da parte di due uomini di Cosa Nostra e a Francesca Bellocco che viene uccisa dal figlio perché ha una relazione extraconiugale". Saman, definita "pazza" dalla madre Nazia, "aveva una forza sovversiva che esercitava inconsapevolmente: voleva solo vivere la sua vita, camminare mano nella mano per le strade di Bologna, scambiarsi un bacio".

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