Saman Abbas, ascoltata in aula la telefonata di Shabbar dopo la scomparsa: “Chiama tutti i giorni”
"Saman? Mi chiama tutti i giorni. Ci sentiamo su Instagram". Sarebbe questo il contenuto di una telefonata ascoltata in tribunale nell'ambito del processo sull'omicidio della 18enne di Novellara Saman Abbas, uccisa dalla famiglia per aver rifiutato un matrimonio combinato. Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, la telefonata in questione, avvenuta tra Shabbar Abbas e il titolare dell'azienda agricola nella quale lavorava, sarebbe avvenuta quando la 18enne era già morta.
"I carabinieri vogliono sapere dov'è tua figlia – avrebbe detto al telefono Ivan Bartoli che gli aveva chiesto quando sarebbe tornato a lavorare in campagna -. Tu lo sai? Basta che le mandi un messaggio. Dammi il numero di Saman, così lo mando ai carabinieri".
Imputati per l'omicidio dell'adolescente sono Shabbar Abbas, arrestato dopo un periodo di latitanza in Pakistan, la madre Nazia Shaheen, ancora ricercata, lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq. La telefonata è stata registra dallo stesso Bartoli nel tentativo di ottenere informazioni sull'adolescente scomparsa. Nel corso della conversazione, il titolare dell'azienda agricola avrebbe chiesto a Shabbar di far tornare in campagna anche i cugini e lo zio.
Shabbar disse di averlo chiesto ripetutamente ai familiari, sostenendo che la loro paura fosse dovuta all'intervento dei carabinieri. "Shabbar si mostrava come un leader, aveva portato qui la sua famiglia ed era un punto di riferimento per i ragazzi che entravano in azienda – ha riferito Bartoli -. Dopo la scomparsa di Saman è diventato meno affidabile, ha continuato a lavorare ma nell'ultima settimana di aprile 2021 smise. Disse che aveva mal di schiena perché era scivolato. Io indagai e scoprì che non era vero. Venivano gli altri ragazzi, ma lui no".
La sera del 29 aprile 2021, lo zio e i cugini della 18enne sono stati ripresi dalle telecamere mentre si allontanavano con pale, arnesi e un telo azzurro, secondo la Procura per andare a scavare la fossa dove poi fu sepolta Saman.
"Non ricordo bene, quel giorno potrei aver dato a Shabbar l'ordine di andare a controllare i tombini dopo un acquazzone – ha raccontato ancora Bartoli nella sua testimonianza -. Gli altri non c'erano, ma ricordo che per fare quel lavoro non abbiamo mai usato il piede di porco o il telo azzurro. All'ora delle riprese (dopo le 18.30 ndr) non ho mai mandato nessuno a fare interventi in campagna. Loro non segnarono neppure ore di lavoro extra da retribuire".