Saman Abbas, arrestato per frode il padre latitante in Pakistan
Il padre di Saman Abbas è stato arrestato in Pakistan per frode. A dare la notizia in esclusiva è la giornalista Anna Boiardi su Quarto Grado, che scrive di averla appresa da fonti di polizia del Punjab. Shabbar Abbas è stato raggiunto dalla polizia distrettuale pakistana per una frode a un connazionale stimata ad una cifra di 20 mila dollari. È latitante a seguito delle accuse che gli sono state rivolte rispetto alla sparizione della figlia diciottenne, avvenuta il 30 aprile dello scorso anno a Novellara, in provincia di Reggio-Emilia.
Non è chiaro invece al momento dove si trovi sua moglie e madre di Saman, Nazia Shaheen, che sarebbe tornata con lui nel Paese d'origine. La polizia italiana avrebbe chiesto di indagare sulla morte di Saman, ma secondo fonti locali pakistane l'Italia non avrebbe avanzato nessuna richiesta formale. La momento nei confronti di Shabbar si procede solo per frode, ma per la polizia pakistana se la richiesta da parte dell'Italia arriverà ufficialmente, gli verrà chiesto anche conto della morte di sua figlia.
L'Italia ne stava chiedendo la cattura da oltre un anno
L'Italia ha richiesto la cattura e l'estradizione di Shabbar Abbas da oltre un anno, ma sembrava che fosse latitante tranquillamente in patria insieme alla moglie, muovendosi e riuscendo a contattare anche il figlio in Italia. Fin da subito l'Italia lo ha indicato come uno dei responsabili della scomparsa della giovane Saman. Quarto Grado aveva già pubblicato nei mesi scorsi un video in cui l'uomo veniva immortalato a Charanwala in Pakistan mentre cammina in strada e partecipa ad un evento pubblico, conducendo la propria vita negli stessi posti abituali di sempre senza alcun problema. Qualche giorno fa è arrivata la notizia di una possibile svolta, con il Pakistan che ha valutato un ordine di cattura nazionale nei confronti dei genitori di Saman.
Il caso di Saman Abbas
Saman Abbas è scomparsa da oltre un anno e il suo corpo non è stato mai ritrovato. Sulla vicenda la Procura nonostante l'assenza degli imputati porterà in Tribunale le prove raccolte nel corso delle indagini per il processo che inizierà il prossimo 10 febbraio e che vede coinvolti per la sparizione della diciottenne cinque persone, oltre ai genitori, lo zio e i due cugini Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz. Rinviati a giudizio, dovranno rispondere di aver premeditato l’omicidio di Saman, che si era rifiutata di prendere parte ad un matrimonio da loro combinato. Le accuse sono di concorso di sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere.