Salvatore Parolisi, stop ai permessi dopo l’intervista: “Non compreso il significato della condanna”
Niente più permessi premio fuori dal carcere per Salvatore Parolisi, l’ex militare condannato in via definitiva per l'omicidio della moglie Melania Rea, uccisa con 35 coltellate nel 2011 nel Teramano. Il Tribunale di sorveglianza infatti avrebbe cancellato tutti i permessi premio che erano stati concessi al detenuto a seguito della contestata intervista rilasciata proprio fuori dal carcere, nel suo primo giorno di permesso, ai microfoni di “Chi l’ha visto?”. Lo rivela il Corriere della Sera, spiegando che la decisione dei giudici è arrivata a seguito delle parole di Parolisi che ha apertamente criticato la sua condanna, mettendo in discussione le prove a suo carico e le decisioni dei vari tribunali che lo hanno giudicato ma anche la figura della moglie, attirando anche la rabbia dei familiari di Melania Rea.
Lo stop ai permessi per Parolisi è scattato per “la gravità delle esternazioni e l’assenza di consapevolezza” e cioè per non aver “compreso il significato” della condanna svalutando il processo, il percorso di reinserimento e la “figura della donna”. Parolisi, che ha già scontato 12 anni dei 20 anni di carcere previsti dalla sentenza per l'omicidio della moglie, aveva ottenuto una serie di permessi premio fino a ottobre, ma ora i 15 rimanenti sarebbero stati cancellati dal giudice. La decisione del Tribunale a seguito delle parole di Parolisi che sono in “linea con il vissuto di chi ritiene di essere stato ingiustamente condannato” scrivono i giudici ritenendo che così facendo il detenuto dimostra che non ha “compreso il significato e la valenza dei permessi premio” che, con la “loro funzione pedagogico-propulsiva”, hanno l’obiettivo di accompagnare il condannato “in un percorso di reinserimento e riabilitazione sociale graduale e concreto”.
Il legale di Parolisi: "Bufera mediatica"
"Noi non ne siamo a conoscenza, a noi non è stato notificato nulla ma il provvedimento arriva a lui in carcere e a oggi lui ha ancora accesso al telefono ma non mi ha avvertito", ha spiegato a Fanpage.it il legale di Parolisi l'avvocato Antonio Cozza, parlando di una "bufera mediatica "che si è scatenata attorno al suo assistito e alle sue affermazioni nell'intervista. L'intervento del Tribunale di sorveglianza era scontato per il legale secondo il quale i giudici "hanno preso atto vista la bufera mediatica che si è scatenata su Parolisi". Del resto "i giudici leggono giornali e guardano la tv" ha aggiunto il legale, spiegando di aspettarsi per questo una sospensione dei permessi per Parolisi.
Le parole di Parolisi nell'intervista
"L'ho sempre detto anche al giudice, da uomo, da militare e da padre: datemi l'ergastolo e buttate la chiave se sono stato io, se ho fatto una cosa del genere e me lo provate. Perché a me non l'hanno mai provato" aveva dichiarato Parolisi nell'intervista al centro delle polemiche. Poi riferito alla moglie uccisa aveva proseguito: "Non si vive per inerzia, la vita è fatta di tanti valori e l'amore ti fa andare avanti. Per me il matrimonio era la realizzazione di un sogno. Ma la verità è che non potevo stare neanche con mia moglie a letto. Quando tornavo a casa spesso la madre dormiva con lei, litigavamo anche al telefono perché lei non veniva da me. Non l'avrei mai tradita, il primo anno ad Ascoli rigavo dritto, ma ho avuto la delusione di non avere un rapporto con lei". Frasi che hanno turbato la famiglia di origine di Melania Rea.