Salvatore Parolisi alle strette: macchie di sangue nella sua auto
La decisione del gip Carlo Calvaresi di arrestare Salvatore Parolisi è arrivata all'indomani della conclusione degli accertamenti dei Ris sulla sua autovettura. Ieri, infatti, il caporal maggiore, si è recato a Roma in compagnia di un familiare per riappropriarsi dell'auto sulla quale i Ris avevano predisposto diversi accertamenti. La Renault Scénic del caporal maggiore nelle prime fasi dell'indagine venne già una prima volta sottoposta alla perizia dei Ris, che in quell'occasione rilevarono tre macchie di sangue; una circostanza che, però, una successiva perizia mise in discussione. All'epoca dei fatti Parolisi era semplicemente "persona informata sui fatti", dal momento che aveva trascorso le ultime ore della vita di Melania insieme a lei. Proprio per questa ragione, non era stato possibile effettuare una terza e più approfondita perizia sull'autovettura.
L'auto del caporale, infatti, è tornata nelle disponibilità dei Ris soltanto quando a Parolisi è stata notificata l'iscrizione nel registro degli indagati. Soltanto allora è stato possibile effettuare nuove analisi che hanno portato alla scoperta di tre macchie, di cui una ematica, sul montante della portiera del lato passeggero. La perizia dei Ris, inoltre, ha portato alla luce segni di smacchiamento, "come se qualcuno avesse tentato di diluirle con un'azione di strofinamento". Un'azione che avrebbe potuto compiere Parolisi in persona, oppure portando la macchina presso un autolavaggio.
Al momento, però, i Ris non hanno ancora attribuito a nessuno la paternità delle tracce di sangue ritrovate nell'auto. Potrebbero essere di Melania così come dell'amante di Parolisi, Ludovica, la quale ha più volte confermato di aver avuto rapporti sessuali nella Scénic del caporale. Quella dell'amante è una figura che emerge con insistenza nell'indagine sull'omicidio di Melania Rea: il giorno dopo la scomparsa di Melania, mentre le ricerche proseguivano senza sosta, Parolisi era chiuso nella caserma Clementi a cancellare il profilo Facebook "Vecio Alpino" con il quale contattava l'amante. In quel frangente, il marito di Melania Rea si preoccupò anche di far sparire il secondo telefonino usato per telefonarle.
Una presenza incombente, dicevamo, che la pubblica accusa considera il movente dell'omicidio della povera Melania. Nei messaggi recuperati su Facebook, i due si scambiavano promesse d'amore, mentre lui le prometteva di lasciare Melania: una relazione duratura, che potremmo definire quasi solida. Ciononostante, fermo restando gli elementi sul tavolo degli inquirenti, sul caso esistono ancora molte ombre: non resta che attendere cosa verrà fuori dal prossimo interrogatorio al caporal maggiore.